Alcamo-Truffa su accise e iva, arresti e sigilli a deposito e impianto carburante (VIDEO)

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Acquistava carburante con accise nettamente inferiori fingendo che fosse destinato ad uso agricolo ed invece lo rivendeva come se fosse normale combustibile. Forse in questo modo la Messana Saverio srl, che gestiva ad Alcamo un deposito fiscale di carburante, era riuscita a salvare i suoi conti. Da un possibile fallimento questa azienda è riuscita a risollevarsi come per incanto: in appena due anni è riuscita a far lievitare il suo fatturato da un milione a ben 10 milioni di euro. Una vicenda ricostruita dal comando provinciale della guardia di finanza di Trapani che ha fatto luce su questa presunta truffa: un po’ aiutato da questo exploit finanziario anomalo, un po’ da una certosina attività di indagine attraverso cui si è riusciti a ricostruire tutta la vicenda. Arresti domiciliari per il titolare della ditta alcamese, Vincenzo Messana, 48 anni, insieme ad altre 4 persone coinvolte in questa operazione. Tutto sarebbe partito da un grande deposito a Mazara del Vallo, la Pintazzottolo,  che secondo quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbe simulato la denaturazione di enormi quantità di gasolio da destinare ad usi agevolati (con aliquota fortemente scontata o esente) ed emesso falsi documenti di trasporto e false fatture di vendita dello stesso prodotto nei confronti di clienti compiacenti o talvolta addirittura completamente estranei ed ignari di essere destinatari solo cartolari del prodotto petrolifero. Tra gli acquirenti più importanti, che fatturava in modo compiacente per l’appunto un prodotto petrolifero che in realtà non era denaturato, era proprio la Saverio Messana srl che a sua volta poi reimmetteva nel circuito del carburante vendendolo in realtà a prezzi di mercato, quindi compresi di iva ed accise non pagati dall’origine. Un giro d’affare complessivo da ben 40 milioni di euro di evasione fiscale. Tanto per rendere l’idea un prodotto destinato alla vendita per l’uso agricolo lo si acquista a 17 centesimi al litro tra accise e iva, invece a costo pieno si arriva a ben 85 centesimi. Attraverso questo meccanismo l’organizzazione ha contrabbandato, in soli 2 anni, circa 40 milioni di litri di gasolio, per un imposta evasa pari a circa 25 milioni di euro (tra iva e accise), cosa che ha permesso alla Pintazzottolo di Mazara e alla Messana Saverio di Alcamo di aumentare esponenzialmente il proprio volume d’affari e acquisendo un ruolo di supremazia sul mercato dei carburanti. Le fiamme gialle hanno proceduto al sequestro dei due depositi mazarese e alcamese e degli impianti, delle attrezzature, delle autocisterne e del prodotto petrolifero destinati o serviti per commettere la presunta truffa. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali.

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