In arrivo la tassa di soggiorno, niente detassazione sui rifiuti invece per le imprese artigiane. Il consiglio comunale di Alcamo si è espresso in questa direzione nella seduta di ieri sera. Per quanto concerne la tassa di soggiorno sarà pagata dai turisti che usufruiranno degli alberghi in città e delle altre strutture ricettive.
Sarà utilizzata esclusivamente per finalità di sostegno al turismo come il co-marketing per l’aeroporto di Birgi, campagne pubblicitarie sui social media o missioni all’estero degli operatori per l’esplorazione di nuovi mercati o ancora per la realizzazione di materiale informativo sulle maggiori attrattive del territorio.
Il testo, proposto dai gruppi consiliari di Abc e “Alcamo cambierà”, ha incassato l’ok di tutto il consiglio, compresa la maggioranza del Movimento 5 Stelle, ad eccezione della consigliera dell’Udc Rita Norfo che invece si è astenuta. “L’istituzione della tassa di soggiorno – ha precisato la consigliere Giovanna Melodia – non è legata a un provvedimento di giunta ma è di competenza del consiglio comunale”. “Già sono pochi i turisti che vengono ad Alcamo – ha replicato la Norfo – e devono avere a che fare con la mancanza di trasporto pubblico, la carenza idrica e di eventi, e la vetustà delle strade. Così noi anziché essere accoglienti non possiamo che respingere”.
Adesso si apre la fase di scrittura del relativo regolamento che dovrà essere approvato dallo stesso consiglio dopo un confronto con gli operatori del settore. Spinosa invece la vicenda inerente la tassa sui rifiuti a carico degli artigiani calcolata dall’ufficio Tributi del Comune. Da almeno tre anni è esploso il “bubbone” con le botteghe del settore artigianale, quindi carrozzieri o altre attività similari, costrette sostanzialmente ad una sorta di doppia tassazione: uno per lo smaltimento dei rifiuti speciali e l’altra imposta dal Comune per i rifiuti urbani sull’intera superficie.
In tal senso c’è già qualche orientamento giurisprudenziale che ha evidenziato come non andrebbero tassate le aree adibite a laboratori dove per l’appunto si producono rifiuti speciali in quanto l’azienda è obbligata al pagamento di una ditta specializzata per il loro smaltimento. Al contrario ad Alcamo, come accaduto anche in tanti altri Comuni italiani, la tassazione avviene per l’intera superficie.
Per questo il Pd ha voluto presentare una mozione per impegnare l’amministrazione comunale a prendere posizione e a detassare le imprese artigiane sulla base di questo orientamento. Dal governo cittadino e dalla sua maggioranza è stato risposto picche e la mozione è stata bocciata per effetto dell’astensione in blocco dei grillini con l’appoggio anche dei due consiglieri dell’Udc. “Mi chiedo perché in merito l’amministrazione comunale non abbia mai posto un quesito al ministero delle Finanze” ha attaccato l’esponente consiliare del Pd Filippo Cracchiolo.
“Non ha senso esprimersi adesso – ha evidenziato l’assessore alle Finanze, Roberto Scurto – quando manca poco al pronunciamento in appello della commissione tributaria regionale in merito. Attendiamo di capire quale sarà il suo orientamento”. Dito puntato anche sugli uffici che negli anni avrebbe cambiato spesso motivazione nel non modificare la tassazione a carico delle imprese artigiane.
L’ultima “giustificazione” sarebbe quella della carente documentazione presentata dalle imprese che hanno chiesto questa detassazione. Ad essere richiesta la “quarta copia del formulario” con cui si attesterebbe che l’azienda artigiana ha un contratto di smaltimento per i rifiuti speciali. In realtà la vicenda rischia ancora di tirare per le lunghe: pare che a breve si dovrebbe esprimere la commissione tributaria regionale ma in caso dovesse andare nella direzione di confermare la detassazione delle aree in cui si producono rifiuti speciali il Comune sarebbe pronto ad un nuovo ricorso in Cassazione.
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