Alcamo-Summit di mafia ad Alcamo in cella frigorifera, scattano 6 arresti: tra loro il boss Ignazio Melodia (VIDEO)

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L’incontro dal fruttivendolo di via Ugo Foscolo ad Alcamo: poi tutti dentro la cella frigorifera per organizzare veri e propri summit di mafia perchè lì erano convinti che nessuno li avrebbe potuti intercettare. Ed invece la polizia e la direzione investigativa antimafia da tempo avevano messo gli occhi addosso a questo gruppo criminale alcamese capeggiato da una vecchia conoscenza della mafia patriarcale: Ignazio Melodia, conosciuto come “u dutturi” per via del suo vecchio impiego all’ufficio di igiene ambientale di Trapani. Scarcerato dal 2012, dopo avere scontato una condanna di 10 anni in via definitiva per mafia, Melodia era tornato a guidare il mandamento di Alcamo, Calatafimi e Castellammare del Golfo, e si spingeva anche ben oltre. Era proprio lui che organizzava questi summit e con i suoi accoliti era letteralmente ossessionato dalla possibilità che potessero essere intercettati tanto che altri summit ancora sono stati organizzati all’interno di bar o attività commerciali. All’alba di oggi è scattata l’operazione “freezer” che ha portato in carcere oltre a Melodia altri 5 affiliati fedelissimi: il titolare dell’ortofrutta Filippo Cracchiolo di 56 anni, Giuseppe Di Giovanni, 32 anni, e Salvatore Giacalone di 62, tutti e tre alcamesi; figura poi Vito Turriciano, 70 anni, di Castellammare del Golfo e già in carcere per una precedente operazione antimafia, e Antonino Stella, 69 anni, originario di Marsala. In particolare è stata intercettata un’estorsione di cui si era incaricato personalmente Ignazio Melodia. La vittima però ha reagito, nel senso che lo ha registrato di nascosto e dopo ha fatto ascoltare tutto agli inquirenti: “Io mezza provincia comando” avrebbe detto “u dutturi”. Pare pure che lo stesso boss si sia interessato alle elezioni amministrative dello scorso giugno ad Alcamo, e qui è entrato in scena Di Giovanni che avrebbe tentato anche con l’intimidazione di costringere a far votare la propria compagna inserita in una lista civica. E’ venuto fuori come la mafia alcamese operasse con i metodi tradizionali: avvertimenti, estorsioni ad imprese e commercianti. Le indagini sono partite nel 2012 quando in carcere vennero intercettati i dialoghi tra due esponenti del mandamento alcamese e castellammarese tra Diego Rugeri e Michele Sottile. I due indicano proprio in Melodia il nuovo capo mandamento e da qui gli inquirenti si mettono sulle sue tracce. Tra le estorsioni consumate significativa quella ai danni di un’impresa edile alcamese impegnata nella costruzione di ville estive ad Alcamo marina. L’impresa, dopo aver versato complessivamente 3.500 euro, avrebbe dovuto pagare anche dai 1.500 ai 2.000 euro per ogni villa costruita, a seconda della cubatura. Melodia cercò di imporre il “pizzo” anche a un’impresa edile di Mazara del Vallo che stava eseguendo lavori nel suo mandamento. Per questo motivo ha cercato l’assenso del boss di Mazara del Vallo Vito Gondola, per il tramite di Antonino Stella. Cracchiolo avrebbe prestato il proprio esercizio commerciale per le riunioni di mafia mentre Giacalone e Turriciano sono stati intercettati mentre organizzavano estorsioni ai danni di imprese edili e commercianti.

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