Alcamo-Spiagge sporche, la città respinge i suoi (pochi) turisti

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Non parlate di Alcamo a misura di turista. Sì, c’è il mare e ci sono anche le opere d’arte ma è evidente che questo non basta. E mentre il Comune sborsa 30 mila euro in un anno per sostenere il co-marketing dell’aeroporto di Birgi, con l’idea quindi attirare flussi turistici, si materializza il paradosso dei paradossi: le spiagge sono di fatto impraticabili. Sino a ieri, domenica 26 giugno, le spiagge erano letteralmente inondate di sporcizia. Non solo canne e alghe, che volendo in una spiaggia potrebbero anche starci, ma veri e propri rifiuti. Plastica, polistirolo, sacchetti, bottiglie, confezioni di merendine e succhi di frutta e chi più ne ha più ne metta. Siamo praticamente alle porte di luglio e anche nelle spiagge di Alcamo marina non si vede un puliziere o un bagnino. Il paradosso sta proprio qua: si paga lautamente per sostenere uno scalo che porti da queste parti turisti per poi fargli vedere questo scempio. Davvero disumane le condizioni delle spiagge e non solo: anche il mare faceva ondeggiare a galla sacchetti e spazzatura di ogni tipo, lasciando dietro sè quella tipica schiuma che avverte con chiarezza al fruitore che è meglio non addentrarsi. Un biglietto da visita deprimente per un tratto di costa lungo 7 chilometri che dovrebbe essere in realtà il punto di forza di una città ed invece da queste parti ne diventa la debolezza. Qualcosa comunque dovrebbe muoversi imminentemente: sia il servizio di salvataggio con bagnini che quello di pulizia dovrebbe partire a stretto giro di posta. Il Comune proprio in questi giorni ha assegnato l’appalto per la pulizia degli arenili affidato a due associazioni di volontariato che faranno da supporto agli impiegati comunali distaccati proprio nelle spiagge. Totale della spesa 4 mila e 800 euro, suddivisi equamente tra Organizzazione Europea Volontari di Prevenzione e Protezione Civile e Fire Rescue Alcamo, uniche due associazioni che si sono presentate all’avviso pubblico emanato dall’allora commissario straordinario del Comune Giovanni Arnone. Adesso, in base a questa disponibilità del mondo dell’associazionismo, il Comune dovrà prevedere un numero adeguato di personale da distaccare nella pulizia delle spiagge. Si dovranno incrociare le dita nella speranza che gli impiegati o precari che siano da reclutare non comincino a produrre certificati medici a raffica che evidenziano epidemie improvvise o presunte disabilità. Una cosa è certa: questo è il terzo anno che il Comune percorre la strada dell’internalizzazione dei servizi e nei due anni precedenti è andata decisamente male: spesso la spiaggia era sporca. Le motivazioni sono due: da una parte un risicato numero di operai comunali disponibili, dall’altro però anche l’inciviltà di chi fruisce delle spiagge e le tratta come se fossero pattumiere a cielo aperto.