Alcamo, sfumano alloggi edilizia economica in contrada Costa-Carrubbazzi

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Addio a 109 alloggi di edilizia agevolata ad Alcamo. Il consiglio comunale ha preso atto della mancanza di richieste e di conseguenze di interesse da parte delle cooperative a realizzare abitazioni di questo genere. Con propria delibera il consesso civico ha definitivamente deliberato la revoca del programma costruttivo che prevedeva per l’appunto la costruzione di abitazioni a basso costo che sarebbero dovute sorgere in contrada Costa-Carrubbazzi. Idea che era sorta nel 2010 quando al Comune pervennero richieste di potenziali acquirenti interessati ad un alloggio in edilizia convenzionata. All’epoca il consiglio comunale adottò la delibera con una contestuale variazione al piano regolatore generale, essendovi presenti in questa zona aree a destinazione agricola e dunque dove non si sarebbe potuto realizzare alcun insediamento residenziale. Da allora ad oggi, però, non si è più mossa foglia: nessuna richiesta di concessione edilizia, nessuna cooperativa che nel frattempo si è costituita ha più mostrato interesse a voler realizzare alcun immobile dal momento che in realtà non c’è stata nemmeno alcuna richiesta. Da considerare che questi 109 alloggi avrebbero potuto potenzialmente ospitare oltre 500 residenti. “E’ venuto meno il fabbisogno che invece era stato prospettato qualche anno fa – ha evidenziato il dirigente dell’Urbanistica del Comune, Venerando Russo -. Abbiamo interpellato le cooperative che a suo tempo si erano mostrate interessate a realizzare alloggi di edilizia convenzionata in quell’area, quasi nessuno ha risposto. I pochi che invece hanno dato seguito alla nostra istanza si sono detti non più interessati. A questo punto la revoca della delibera la si ritiene necessaria anche per permettere in questo modo di restituire i terreni al loro originario scopo previsto nel piano regolatore, quindi ad uso agricolo”. Alcamo a suo tempo sfruttò l’opportunità di tentare di realizzazione alloggi di edilizia convenzionata attraverso la contestatissima legge Fleres. Una norma che per l’appunto permetteva di trasformare la destinazione d’uso di alcune aree del piano regolatore per potervi insediare immobile abitativi di questo genere. Anche la commissione consiliare che ha trattato l’argomento ha potuto constatare che non vi erano domande abitative in tal senso. “In commissione – ha evidenziato il presidente dell’organismo, Antonino Asta – abbiamo constatato che non è stato mostrato mai alcun interesse in quest’area anche da quelle ditte che all’epoca avevano fatto richiesta per realizzare insediamenti abitativi”.