Alcamo-Refezione scolastica 2013-2014, Comune denunciato ed è guerra

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Pasti scadenti, capitolato non rispettato, salute dei bimbi messa a rischio. Finisce con una denuncia al Comune di Alcamo il caso delle contestazioni al servizio di refezione scolastica che risalgono all’anno scolastico 2013-2014. Diversi genitori di alunni che frequentavano a suo tempo la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado a tempo prolungato hanno deciso di fare causa al municipio per la qualità scadente dei pasti che venivano forniti. Una questione che con ogni probabilità sfocerà in un vero e proprio contenzioso in tribunale: infatti il commissario del Comune, Giovanni Arnone, ha autorizzato l’Avvocatura comunale ad avviare una negoziazione assistita, quindi un tentativo di conciliazione, ma con la premessa che in caso di mancato accordo si procederà a lottare nelle aule dei tribunali: “Si resisterà in giudizio – sostiene Arnone – nell’ipotesi che l’accordo non si raggiunga e i genitori diano inizio ad un procedimento giudiziario”. Dal loro canto mamme e papà non sembrano voler affatto cedere rispetto alle loro richieste che sono molte sostanziose. Infatti, attraverso il loro legale, non solo chiedono il rimborso per i pasti pagati due anni fa ma anche un risarcimento danni: “L’amministrazione comunale – secondo i genitori – non ha proceduto correttamente agli adempimenti contrattuali posti in essere, chiediamo quindi il rimborso della quota corrisposta per il servizio di mensa scolastica difforme dal capitolato, il risarcimento dei danni derivanti dalla mancata tutela della corretta alimentazione e della salute dei minori e l’archiviazione della richiesta di pagamento delle somme dovute a titolo di regolarizzazione del servizio mensa per l’anno 2013/2014”. Quell’anno anche il Comune si rese conto che effettivamente la ditta che all’epoca forniva i pasti non avrebbe rispettato il capitolato d’appalto, tanto che dopo una serie di contestazioni, il municipio decise di revocare l’appalto all’impresa che aveva vinto la gara. Per l’esattezza il Comune applicò ben 23 penali per mancato rispetto del capitolato d’appalto da parte dell’azienda che si era aggiudicata nell’ottobre del 2013 il bando per la fornitura dei pasti. Un rapporto che tra la ditta e soprattutto le mamme dei plessi scolastici serviti non è mai stato idilliaco. Tanto che si costituì un comitato mensa con l’intenzione proprio di interloquire con l’amministrazione comunale per far presenti i problemi riscontrati nel consumo dei cibi da parte degli alunni. Alle decine di contestazioni rispose l’allora amministrazione guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre che organizzò dei veri e propri “blitz” durante la distribuzione dei pasti delle mense nelle varie scuole. Tra le contestazioni “la qualità dei prodotti forniti”, “l’orario di consegna dei pasti”, “l’igienicità dei contenitori usati per il trasporto dei pasti” e, infine, “la temperatura dei piatti non adeguata al consumo”. Inoltre più volte, secondo quanto attesta il Comune alcamese, si è constatata “l’assenza totale dei prodotti elencati nella documentazione trasmessa dalla ditta a dimostrazione dell’origine biologica, e ciò si è verificato soprattutto presso le cucine dei plessi “Collodi” e “Froebel” dove, invece, sono state rinvenute derrate non biologiche.