Alcamo-Randagismo, accordo Comune-Asp: presto apertura rifugio

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Intesa tra Comune di Alcamo e azienda sanitaria provinciale di Trapani per fronteggiare in città il fenomeno del randagismo. L’amministrazione comunale ha sottoscritto un protocollo d’intesa che va a regolare il rapporto tra le parti in tema di sterilizzazione dei cani randagi segnalati in strada. In pochi articoli il testo prevede il ricovero degli animali catturati nel territorio che necessitano di cure ed interventi urgenti nei locali appositamente attrezzati della Cittadella della Salute: il Comune dovrà provvedere al rimborso per ogni animale di 40 euro all’incirca, più 3 euro per ogni giorno di permanenza dell’animale. A gestire la struttura sarà per l’appunto l’Asp di Trapani con il suo personale specializzato. Un provvedimento che è comunque il preludio al più importante obiettivo che appare davvero vicinissimo, vale a dire l’apertura del rifugio sanitario nel bene confiscato di contrada Tre Noci: “Si è ritenuto di aderire alla proposta di convenzione – scrive il responsabile del procedimento per conto del Comune, Francesca Chirchirillo – finalizzata e necessaria per l’apertura del rifugio sanitario. L’obiettivo è quello di predisporre gli atti successivi di gestione del rifugio sanitario attraverso l’assegnazione ad associazioni protezionistiche o animaliste”. La giunta guidata dal sindaco Domenico Surdi ha approvato l’atto deliberativo in tal senso. Un provvedimento che per l’appunto fa da prologo all’apertura del rifugio sanitario su cui si sono consumate aspre polemiche nel recente passato. Allo stato attuale la struttura di contrada Tre Noci pare essere completata, secondo quanto sostiene la Chirchirillo: non si può aprire per il semplice motivo che l’immobile, dove sorgerà l’anagrafe canina con ambulatorio veterinario per inserimento del microchip, necessita di attrezzature che allo stato attuale non ci sono e che quindi devono essere ancora acquistate. A questo punto sembra mancare davvero poco a questa agognata apertura. Esattamente un anno fa successe il caos attorno a quest’opera. L’allora consigliere comunale Alessandro Calvaruso chiese un’ispezione al comando di polizia municipale e a suo parere il canile, che si trova in fascia protetta perché in buona parte rientra nel parco territoriale di Monte Bonifato, venne realizzato in assenza di una serie di pareri e della relativa variante urbanistica. Con grande sorpresa fu notato dal sopralluogo che di fatto la struttura risultava essere già utilizzata nonostante all’epoca non fosse ancora stata completata. All’interno sono stati trovati una decina di cani rinchiusi in gabbie metalliche.