Alcamo-Pubblicità e precari, Comune nel caos

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Resta ingessato il servizio delle pubbliche affissioni ad Alcamo. Ieri il consiglio comunale ha preso atto di alcune variazioni essenziali al regolamento ma da sole non bastano e ancora la soluzione definitiva appare lontana. Non è facile districarsi tra le norme che regolano la materia e per di più nel caso specifico di Alcamo dove non c’è ad oggi u n piano esecutivo che disciplina il settore, dando quindi spazio a molti dubbi ed esponendo soprattutto il Comune alle battaglie legali delle imprese che richiedono spazi pubblicitari nel territorio. Ieri in consiglio il primo passo avanti con una serie di correzioni apportate dal civico consesso al regolamento che vanno a sanare le contestazioni avanzate dal Tar nell’ambito di un ricorso presentato proprio da un imprenditore che aveva chiesto spazio pubblicitario. Anzitutto viene ampliata la superficie massima su cui installare cartellonistica pubblicitaria che passa da 448 a ben 5 mila metri quadri. Qualche consigliere ha bacchettato sotto questo aspetto il Comune.

In realtà in materia restano moltissimi dubbi ancora sul piano interpretativo delle norme che regolano il settore, tanto che attorno alla revisione del regolamento la II e la IV commissione consiliare hanno espresso parere negativo, mentre la III Commissione e i Revisori dei Conti si sono invece espressi positivamente. In tutto questo caos il servizio di pubbliche affissione resta fermo perché manca ancora il piano attuativo da parte del Comune con il quale devono anzitutto andarsi ad individuare con precisione le aree da utilizzare per gli spazi pubblicitari. Altro capitolo è stato quello riguardante il famoso caso delle cartelle esattoriali non pagate dal comune e su cui sono arrivate le batoste delle more e sanzioni da parte dell’agenzia delle Entrate. Il resoconto degli uffici sarebbe di 35 mila euro di cartelle non pagate, il consiglio comunale ha contestato questa cifra: gli accertamenti sarebbero lievitati a 53 mila e su questo punto l’amministrazione è stata chiamata ad una nuova verifica. In tema di conti del Comune si è aperta la discussione sulla presa d’atto dello squilibrio finanziario da accertare per quanto concerne il personale contrattista in servizio al Comune. Si tratta della somma che il Comune richiede alla Regione quale quota di compartecipazione per il pagamento del personale precario. Anche qui è stata una guerra di cifre tra consiglio comunale e uffici, con i primi a sostenere che l’esatta cifra sarebbe di 4,3 milioni per via di un risparmio effettivo sulle spese del personale pari a mezzo milione di euro.

Il consiglio comunale è stato riaggiornato a questa sera per la prosecuzione dell’argomento sulla presa d’atto di questo contestato squilibrio finanziario.