Alcamo: Politica instancabile o “mangiona”?

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Politica instancabile ad Alcamo. E sembrerebbe che sia proprio così. Neanche ad agosto sui sono sostanzialmente fermate le attività delle commissioni consiliari che però continuano a fare discutere per una mole di lavoro spropositata e per i risultati che sono scarsamente visibili. Con ovviamente costi enormi a carico del Comune che continua a sborsare fiori di quattrini per mantenere componenti di commissioni e le sedute del consiglio comunale. Atteggiamento quantomeno sospetto quando sostanzialmente le attività istituzionale, specie nel periodo di agosto, generalmente si fermano. Ed invece nulla di tutto questo è successo al palazzo di città dove le riunioni degli organismi di supporto al consiglio comunale hanno continuato incessantemente il loro lavoro. Dal 19 al 30 agosto prossimi, solo per fare un esempio, su un totale di 10 giorni lavorativi la quarta commissione è stata convocata per ben 9 volte. E non è finita: perché sempre la quarta commissione ha già stilato un nuovo calendario prevedendo altre 5 convocazioni nei primi 9 giorni del prossimo mese di settembre. Una vera raffica di riunioni che lascia quantomeno il dubbio se si considera che il consiglio comunale, organo deputato a deliberare o meno i punti all’ordine del giorno che transitano attraverso le commissioni, da quasi un mese oramai non si riunisce più. Questione che fa tornare in auge, sempre che mai si sia sopito, il problema degli elevati costi della politica ad Alcamo. Mediamente ogni mese il Comuen sborsa attorno alle 25 mila euro per pagare i gettoni di presenza ai consiglieri comunali, commissioni e sedute del civico consesso. Il che significa che con questa media nel corso di quest’anno il Comune dovrà sborsare quasi 300 mila euro soltanto per mantenere gli organi consiliari, senza quindi tenere conto delle indennità di funzione di sindaco e giunta. In tempi di vacche magre da queste parti evidentemente non si fanno sconti. I costi della politica alcamese restano notevolmente alti nonostante il Comune sia stato sanzionato lo scorso anno per il mancato rispetto del patto di stabilità che comporta una riduzione dell’indennità del 30 per cento. Oggi questi gettoni di presenza appesantiscono il bilancio comunale per effetto di una decisione che risale al 2002. In sostanza nel dicembre di quell’anno il consiglio comunale deliberò di aumentarsi il gettone da 53 a ben 80 euro, con una impennata quindi del 75 per cento. Decisione questa che continua quindi a incidere pesantemente: infatti, nonostante nel corso degli anni questi emolumenti sono stati via via diminuiti, si è arrivati ad un singolo gettone che oggi è pari a 60,75 euro, comunque superiore sempre a quello fissato nel 2002. Discorso a parte vale invece per gli amministratori: per i Comuni con popolazione superiore a 40 mila abitanti l’indennità di funzione per il vicesindaco è pari al 75 per cento di quella prevista per il sindaco, mentre scende al 65 per cento per gli Assessori e per il Presidente del Consiglio Comunale. Insomma, al banchetto sono tutti invitati.