Alcamo-Piazza Ciullo: l’acqua, l’erba e i ritardi della politica

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Proviamo ad immaginare se ci fosse in carica un’amministrazione comunale di un colore politico diverso da quella che oggi governa la città di Alcamo. Movimenti in rivolta. Volontari di movimenti e associazioni pronti a protestare o a scendere in piazza. Pronti ad indossare indumenti adatti per la pulizia o cura del verde. Invece tutto tace. Insomma una sorta di “vogliamoci bene” mentre lo sconcio è sotto gli occhi di tutti e mortifica quel luogo che dovrebbe essere l’immagine della città di Alcamo. Parliamo della perdita d’acqua che fuoriesce dalle basole che si trovano accanto ad un rubinetto che si trova davanti gli ex gabinetti pubblici. Grazie all’acqua, che è vita, l’erba continua a crescere tra la disattenzione di quanti dovrebbero avere a cuore, dipendenti comunali compresi, la soluzione dei problemi. Ve lo immaginate se ci fosse in carica un’amministrazione di colore politico diverso dall’attuale a quest’ora sarebbero piovute una raffica di interrogazioni con richiesta di risposte scritte per capire perché tardano le riparazioni in piazza Ciullo e non solo. Il motivo di questa distrazione-assenza è semplice. Esiste ancora un’opposizione costruttiva in seno al consiglio comunale di Alcamo? Stando ai fatti sembra proprio di no. Con altri sindaci e giunte, per come è successo precedentemente alle recenti elezioni, volontari di movimenti e associazioni di opposizione, si interessavano con volontari, per fare un esempio del verde delle piazze Repubblica e Falcone e Borsellino, e in tempo reale diluvio di foto su facebook per fare vedere quanto “noi siamo bravi”. Ed oggi che succede? Silenzio tombale a 360 gradi tanto che viene legittimo commentare che la saga degli ipocriti della politica non conosce confini. Ora comprendiamo che una giunta deve fare il giusto rodaggio e bisogna dare tempo per entrare in tutti i meccanismi comunali. Ma è lecito chiedersi. È così difficile fronteggiare una piccola emergenza? Intanto l’acqua continua a fuoriuscire dalla basole di piazza Ciullo e il verde cresce rigoglioso sotto gli occhi di tutti tra complici silenzi perché oggi raccontare l’evidenza qualcuno la interpreta come critica strumentale anche quando l’evidenza si tocca con mano.