Scattano una serie di multe per i proprietari dei terreni lasciati incolti ad Alcamo. Anche se in calo rispetto allo scorso anno, quando vi fu un verone proprio giro di vite della polizia municipale, sono stati sino ad oggi 14 i verbali di violazioni accertate dai caschi bianchi. Evidentemente i controlli a tappeto dello scorso anno sono riusciti a fare da monito ai proprietari dei terreni che si sono attrezzati quest’anno prima di subire nuovamente la salata multa. Soprattutto si evidenzia il pericolosissimo fenomeno collegato proprio a questa infrazione: il terreno stracolmo di erbacce secche è infatti un rischio elevatissimo di focolai di incendi che possono portare anche a conseguenze disastrose se si propagano. Un lavoro certosino quello dei caschi bianchi, guidati dal vicecomandante Giuseppe Fazio, che hanno setacciato praticamente le periferie più a rischio nel corso dell’estate. Ora per i proprietari terrieri che non hanno ottemperato all’ordinanza emanata dal sindaco sono dolori: la multa elevata ammonta a ben 450 euro a cui si devono anche sommare le spese di notifica. In questi giorni il commissario straordinario del Comune, Giovanni Arnone, sta emanando una serie di ordinanze agli stessi verbalizzati a cui viene intimato di portare a termine il lavoro di pulitura del terreno entro 10 giorni dalla notifica del provvedimento. Per i caschi bianchi un lavoro per nulla facile da portare a termine e che per questo ha comportato un protrarsi delle pratiche. Infatti sono state effettuate delle verifiche di particelle catastali per risalire al proprietario dell’appezzamento di terreno, situazione per nulla facile anche perché si devono affrontare situazioni di natura burocratica. Diversi poi i casi di titolari di terreni emigrati a cui per notificare il provvedimento ci sono voluti dei giorni e una determinata trafila burocratica da seguire. Queste verifiche sono state frutto dell’impegno del Comune sul fronte del contrasto all’emergenza incendi che in questi ultimi anni ha visto dispiegare mezzi e uomini non solo della protezione civile ma anche di altre istituzioni e soprattutto dell’associazionismo e del volontariato. E’ stata messa in piedi una vera e propria megasquadra attraverso una convenzione approvata proprio dal Comune di Alcamo per il monitoraggio dell’area pedemontana del Monte Bonifato a rischio incendio per il periodo estivo. In passato proprio l’area pedemontana è stata interessata da incendi che hanno depauperato parte del patrimonio boschivo, della macchia mediterranea, con pregiudizio all’equilibrio selvo-faunistico e ambientale. L’evento più disastroso avvenne nel settembre del 2012 quando andarono distrutti diversi ettari di macchia mediterranea e quasi tutto il promontorio fu ridotto in cenere. Ancora oggi si sta cercando di ricostruire quell’enorme polmone verde fra iniziative di ripiantumazione da parte delle scuole, delle associazioni e della forestale. Come nella stragrande maggioranza dei casi questo tipo di incendi sono appiccati da piromani.