Alla fine il Partito Democratico nella sua interezza si dice favorevole alla manovra di bilancio del Comune di Alcamo che comporta un aumento delle imposte. Un sì a denti stretti e che è comunque condizionato dall’accettazione di una proposta che preveda una progressività delle imposte. In poche parole i Democratici subordinano il loro voto favorevole al bilancio solo se si riduce l’Imu sulle attività produttive al 9,6 per mille, se si elimina la Tasi sulla seconda casa ed immobili vari e se quest’ultima imposta verrà programmata su scaglioni: per abitazioni di valore sino a 5 mila euro imposta all’1 per mille, da 50 mila a 100 mila euro aliquota al 2 per mille e oltre il valore dei 100 mila euro al picco massimo del 2,5 per mille. Manovra che prevede comunque la conferma dell’aumento dell’Imu sulla seconda casa al massimo consentito, vale a dire al 10,6 per mille. Proposta che porta la firma in un documento del coordinatore cittadino del partito, Massimo Ferrara, che comunque bacchetta il commissario le cui spiegazioni date soltanto nei giorni scorsi in conferenza stampa sulla manovra di bilancio vengono apprezzate anche se ritenute “tardive”. “Diamo sin d’ora la nostra disponibilità – precisa il Pd – a votare lo strumento finanziario convocando il consiglio comunale con procedura di urgenza entro il 30 settembre prossimo”. Secondo i Democratici alcamesi la proposta a scaglioni della Tasi dovrebbe consentire di riequilibrare il bilancio, ad oggi rimasto ancora con un buco da circa 3 milioni di euro per effetto della bocciatura nel luglio scorso dell’aumento della Tasi e del’Imu da parte del consiglio comunale stesso a maggioranza. Il commissario sotto questo aspetto ha detto a chiare lettere che ad oggi non ci sono alternative alla manovra di aumento dei tributi presentata a luglio dagli uffici, quindi sarà tutta da valutare tecnicamente la proposta del Pd. Nel contempo Ferrara invita sin da ora il commissario a prevedere una riorganizzazione interna del personale, in modo da garantire maggiori risparmi per garantire nella prossima manovra di bilancio la possibilità di potere diminuire la pressione fiscale. “Auspichiamo, inoltre, – aggiunge il coordinatore cittadino del Pd – che il commissario metta in atto tutte le procedure idonee alla riduzione della parte variabile circa i costi del personale a tutti i livelli in maniera particolare riferita alle funzioni apicali e dirigenziali, vincolando la stessa all’ottenimento di significativi risultati in termini di riduzione di spesa, aumento delle entrate extratributarie e il mantenimento e l’accrescimento degli standard dei servizi offerti alla collettività, fino ad arrivare alla rimodulazione delle posizioni organizzative concertando le procedure ed i rispettivi compensi con le parti sociali in pieno rispetto delle normative e dei contratti collettivi vigenti”.