Alcamo-Operaio morto travolto da una frana, condanne confermate

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Il tribunale di Trapani conferma in primo grado le pene che erano state richieste dal pubblico ministero Rossana Penna al processo che vede tre imputati per la morte dell’operaio Giuseppe Vuturo, 60 anni. Confermati quindi 2 anni e 4 mesi per l’ex consigliere comunale Alessandro Calvaruso e Maurizio Galbo, e un anno e 8 mesi, con beneficio della sospensione della pena, per Giuseppe Messana. Ha retto l’impianto accusatorio al processo nel corso del quale è stato ricostruito il tragico episodio che ha visto morire Vuturo all’interno di un cantiere vicino Monte Bonifato il 31 agosto del 2012. Galbo è imputato in quanto proprietario del lotto di terreno dove è avvenuta la tragedia mentre Calvaruso, che tra l’altro è stato in passato consigliere comunale e assessore in città, era coinvolto in qualità di responsabile per la sicurezza. Infine Messana risultava essere il titolare dell’impresa nella quale per l’appunto lavorava l’operaio deceduto. Vuturo era impegnato in questo cantiere in lavori di scavo: all’improvviso il terreno sotto i suoi piedi cedette e venne travolto da una frana che non gli lasciò scampo. Il 60enne morì sul colpo e secondo quanto dedotto nel corso del processo dal pm la tragedia non fu causata da una tragica fatalità ma avvenne perché sarebbero stati commessi gravi errori e omissioni. I familiari di  Giuseppe Vuturo,  moglie e figlia, si sono costituiti parti civile, assistiti dagli avvocati Sebastiano Dara e Gaspare Viscò. Entrambe hanno ottenuto anche una provvisionale immediatamente esecutiva: per la moglie della vittima sono stati riconosciuti 74 mila euro, per la figlia 185 mila. Il tribunale ha poi rimandato al tribunale civile di stabilire il risarcimento danni. Ora bisognerà attendere 45 giorni per il deposito delle motivazioni, poi ci sarà sicuramente l’appello da parte dei tre imputati. Nel corso della sua requisitoria il pm Penna ha evidenziato che in base alle perizie effettuate i lavori di sbancamento in cui era impegnato l’operaio sarebbero dovuti essere preceduti da un’indagine geologica al fine di accertare la natura del terreno e la pendenza al di sopra della quale c’è una situazione di pericolo. In questi casi, secondo il magistrato, si sarebbero quindi dovuti adottare particolari accorgimenti. I tre imputati hanno sempre respinto ogni accusa sostenendo la loro innocenza ed evidenziando che il cantiere ed i lavori erano assolutamente regolari e quanto accaduto era frutto soltanto di una fatalità non preventivabile.