E’ previsto per venerdì sera il rientro della salma ad Alcamo di Enrico Coraci, il 34enne ucciso da un colpo di fucile nella notte di venerdì scorso. In quella stessa giornata ci sarà l’esame autoptico sul corpo del giovane come disposto dalla procura di Trapani, quindi nel tardo pomeriggio avverrà la restituzione della salma alla famiglia. Il feretro sarà portato direttamente in chiesa Madre dove sabato 21 novembre, alle 15, si terranno i funerali. In tanti si stanno stringendo attorno alla famiglia Coraci, molto noti perchè in passato per lungo tempo sono stati dei commercianti ed il padre della vittima, Nino, guida la Confcommercio alcamese. In queste ore si sta anche parlando di voler organizzare una fiaccolata o una manifestazione per far sentire la propria vicinanza alla famiglia e per gridare no alla violenza. Attraverso la pagine facebook la sorella di Enrico Coraci, Alida, ricorda il fratello descrivendolo come ribelle ma dall’animo generoso: “Venerdì sera, per chi volesse, – scrive – vi aspettiamo in chiesa Madre per accogliere mio fratello”. E’ stata proprio lei ad avere fatto in questi giorni da collante tra i tantissimi amici di Enrico e la famiglia, aggiornando momento per momento sulle disperate condizioni del 34enne prima del suo decesso, in un letto della Rianimazione dell’ospedale Cervello di Palermo, la sera di lunedì scorso. Attraverso l’esame autoptico la procura spera di potere inchiodare ancor di più sulle proprie responsabilità i due presunti autori dell’omicidio, i fratelli Francesco e Vincenzo Gatto, alcamesi pregiudicati di 29 e 22 anni. I due sono stati arrestati al culmine di un’indagine serratissima che fa pensare ai carabinieri che siano stati loro ad organizzare la spedizione punitiva nei confronti di Coraci. Una trappola che sarebbe scattata al culmine di una lite, i cui motivi sono ancora in fase di accertamento da parte degli inquirenti anche se la pista più calda viene considerata quella di un regolamento dei conti nell’ambito dello spaccio della droga. Il caso è stato chiuso dai carabinieri in pochissime ore. In pratica, secondo la ricostruzione dei fatti, tutto sarebbe cominciato il venerdì sera con una lite scoppiata in una nota panineria ad Alcamo di piazza della Repubblica, “Fame chimica”. Diversi testimoni sostengono di avere visto Coraci discutere animatamente con i due fratelli, sino a che lo stesso 34enne avrebbe sferrato un pugno ad uno dei due. Un’offesa che i Gatto non si sono per nulla tenuti. Quando Coraci si allontana dalla panineria i fratelli pochi minuti dopo fanno lo stesso, tutto documentato da testimonianze e dalle telecamere di videosorveglianza installate in zona. Poi l’auto di Coraci si vede imboccare dal viale Italia la via don Pino Puglisi, per dirigersi verso il “Villaggio regionale”. Gli occhi elettronici verificano che qualche minuto dopo anche l’auto dei Gatto imbocca la stessa strada. Gli inquirenti sostengono che i fratelli sapevano dove Coraci si stava dirigendo: da qui è scattato l’agguato con uno dei due Gatto che, giunti in via Ruisi, ha premuto il grilletto di un fucile da caccia calibro 12 per colpire a pochissimi metri di distanza Coraci.