L’istituzione dell’infermiere di famiglia per aiutare i pazienti a casa nella fase post ricovero e la nascita del nuovo ospedale, il cui finanziamento è stato da poco sbloccato. Sono alcuni dei temi di cui hanno discusso il sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, e il segretario territoriale del Nursind di Trapani, Salvatore Calamia. Il sindacalista ha incontrato il primo cittadino per parlare di sanità non solo per la città di Alcamo ma per tutto il comprensorio di Castellammare e Calatafimi. Il tema fondamentale trattato è stato quello relativo alla costruzione del nuovo ospedale che sorgerà in zona San Gaetano ad Alcamo attraverso lo sblocco dei fondi, circa 21 milioni di euro, messi a disposizione da parte del ministero dell’Economia e dalla Regione. Il sindaco ha garantito che farà la sua parte per ciò che è di sua competenza soprattutto relativamente agli adempimenti per l’area dove sorgerà la struttura. Lo sblocco ufficiale dei finanziamenti per l’ospedale di Alcamo, avvenuto da pochi mesi, è un ulteriore passo in avanti per quel progetto che è stato sempre considerato solo un’illusione da parte della cittadinanza alcamese, territorio che ha un bacino di utenza di 100 mila abitanti. Recentemente anche l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, aveva evidenziato in un decreto la necessità che Alcamo si dotasse di un nuovo ospedale in quanto l’esistente necessiterebbe di una serie di manutenzioni e adeguamenti che sono antieconomici. Negli ultimi tempi è stato necessario effettuare massicci interventi edilizi per l’adeguamento e messa a norma dell’impiantistica. Questo perchè chiaramente stiamo parlando di un immobile datato che è stato nel frattempo attraversato da numerose norme di miglioramento per gli standard di sicurezza. In più si dovrebbe prevedere anche un ampliamento strutturale per ricavare altri spazi per circa 600 metri quadri. “L’ampliamento si dimostra non in linea con la nuova programmazione regionale in materia di rete ospedaliera” ha scritto nel decreto l’assessore Razza. Il nuovo governo regionale, in poche parole, non sembra voler più investire fondi sul “San Vito e Santo Spirito” ritenendo al contrario più consona la realizzazione ex novo di un nuovo edificio. Nell’incontro si è parlato anche del progetto presentato dal dirigente sindacale del Nursind, Enrico Virtuoso, e che riguarda l’infermiere di comunità e di famiglia, figura importante che attraverso prestazioni infermieristiche di base e specialistiche favorirebbe ciò che tecnicamente si chiama la “dimissione assistita”, cioè il percorso post-ricovero dei pazienti che lasciano l’ospedale. L’infermiere di famiglia si recherebbe a casa con la fondamentale supervisione del medico di famiglia. In questo modo si potrebbero ridurre di molto i costi della spesa sanitaria oltre a garantire una opportunità di lavoro per gli infermieri disoccupati. “Per questa motivazione – spiega Calamia – è importante il ruolo delle istituzioni che a costo zero potrebbero incentivare tale progetto attraverso tassazioni agevolate”.