Alcamo-Movida e pedemontana, temi che scottano in consiglio

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La movida selvaggia e la fascia pedemontana tornano al centro del consiglio comunale di Alcamo. Due temi scottanti in città che fanno presagire per la prossima seduta, convocata per lunedì 21 dicembre, un dibattito ad altissima tensione. I fuochi di artificio, si presume, saranno ampiamente anticipati rispetto alla tradizione della notte di San Silvestro. Si tratta di due interrogazioni che da mesi si trascinano per svariati motivi. L’interrogazione sulla movida, che ancora oggi sta agitando il palazzo municipale dove quotidianamente giungono le proteste dei residenti del centro storico per il frastuono e i problemi di ordine pubblico nei week-end, porta la firma del consigliere comunale Ignazio Caldarella. L’esponente dell’assise evidenzia come per molti residenti i fine settimana siano diventati un incubo per via delle emissioni sonore selvagge provenienti dai locali notturni. C’è però anche un problema di ordine pubblico per il dilagare dello spaccio di droga e della vendita di bevande alcoliche a fiumi e le continue operazioni delle forze dell’ordine ne sono la testimonianza. Nell’interrogazione si chiede soprattutto di sapere quali contromisure il Comune intende adottare per frenare soprattutto il problema delle emissioni sonore. Evidentemente la sola ordinanza di restrizione degli orari non è affatto bastevole. La questione della pedemontana invece è un cavallo di battaglia del consigliere Alessandro Calvaruso, finito al centro oltretutto di una vicenda giudiziaria. E’ infatti uno degli imputati del processo per presunte lottizzazioni abusive in qualità di tecnico. L’esponente del civico consesso nelle scorse settimane ha presentato una vera e propria memoria e già all’epoca finì in bagarre. Il consigliere non ha risparmiato accuse mirate nei confronti di un tecnico comunale, Aldo Palmeri, e dei due dirigenti Giovanni Mistretta dell’Avvocatura comunale e Anna Parrino in qualità di capo dell’ufficio Tecnico. Tutti e tre, a vario titolo, oggi sostengono che sulla fascia Pedemontana, che abbraccia un’ampia fetta a sud della cittadina alcamese, non sarebbe possibile edificare. Ma ci sarebbero atti in passato, con tanto di concessioni edilizie rilasciate dallo stesso Comune di Alcamo dal 2000 sino al 2012, in cui invece si è sempre dato il via libera alle autorizzazioni ad edificare, tanto che ne esisterebbero in tal senso all’incirca 200. Secondo Calvaruso le ricostruzioni fatte da tecnici e dirigente del Comune non sarebbero veritiere. Il processo al momento in corso vede indagati tutti, compreso Calvaruso, con l’accusa di “avere realizzato, in concorso fra loro, lavori di costruzione in contrasto con le prescrizioni tecniche degli strumenti urbanistici”. Il caso della Pedemontana è esploso in tutto il suo clamore lo scorso anno: ad accendere i riflettori furono i pubblici ministeri Rossana Penna e Franco Belvisi i quali cominciarono a effettuare una serie di verifiche constatando che ci sarebbero state delle lottizzazioni che in realtà non si sarebbero potute realizzare, secondo lo strumento urbanistico. Calvaruso ha riproposto l’interrogazione: le risposte in passato date proprio dal comune al riguardo sono state, a suo avviso, “lacunose”.