Alcamo Marina, rivolta dei proprietari di villini per la frana

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“Basta con l’impossibilità di non potere utilizzare i nostri villini, realizzati con regolare concessioni edilizie. Abbiamo il pieno diritto di usufruire delle nostre case di villeggiatura”. Scatta la protesta di coloro i quali hanno rispettato regole e legalità, che dal febbraio del 2009 hanno auto notificata l’ordinanza di inagibilità, seguita alla frana del costone di una collina di Alcamo Marina a causa di un violento nubifragio. Si tratta di case a valle di quella che è stata definita “La collina del disonore” che quasi costeggiano la statale 187 che taglia in due tale località balneare, martoriata da migliaia di colate di cemento abusivo. Da nove anni è vietato l’uso delle abitazioni e la rivolta scoppia alla vigilia della Pasquetta, prima gita fuori Alcamo che comporta l’apertura di migliaia di case di villeggiatura per trascorrere una giornata all’aria aperta con abbondanti libagioni. In pratica la Pasquetta per tanti alcamesi è l’antipasto della stagione estiva. Ma ad un gruppo di proprietari “il diritto a godere dei propri beni resta vietato e quindi niente week end e villeggiatura estiva”. Monta una  rabbia impotente e ora sono tornati all’attacco rivolgendosi all’avvocato Maurizio Lo Presti. “Nei prossimi giorni presenteremo – dice l’avvocato Maurizio Lo Presti – al Comune di Alcamo la richiesta di revoca delle ordinanze dell’inagibilità. Non ci sono più, infatti, situazioni di gravi pericoli”. In nove anni i proprietari hanno speso mediamente circa 50 mila euro ciascuno per perizie varie, pagamenti di parcelle a tecnici e ad avvocati con la beffa di non poterle riaprire in estate a causa delle lungaggini della gisutizia. Alcuni per pagare tutte queste spese hanno prosciugato i propri risparmi. Da nove anni è in corso una causa civile caratterizzata da perizie, da cambi di tecnici nominati dal tribunale e dello stesso giudice che iniziò le udienze, spesso iniziate d’accapo. Allegata alla richiesta di revoca delle ordinanze una relazione tecnica, commissionata da quattro persone. La relazione segue di due mesi la denuncia presentata alla Procura della Repubblica nei confronti del Comune, che avrebbe dovuto intervenire già nel 2009, per presunti ritardi nel mancato consolidamento del costone. Ipotizzati reati a vario livello che vanno dall’abuso d’ufficio all’inosservanza dei provvedimenti emessi dall’autorità. Intano da oltre due anni è attesa  la decisione del giudice su chi deve intervenire per consolidare il costone di roccia, parte del quale è scivolato a valle durante le piogge del gennaio dello scorso anno e anche qualche mese fa, per le abbondanti piogge, che hanno provocato allagamenti. Nel gennaio 2017 a causa di una nuova frana, per qualche mese, ad altri proprietari venne proibito di recarsi nei propri villini. Da tempo lo stesso avvocato Lo Presti ha presentato  al Comune la richiesta di accesso agli atti con le relazioni dei sopralluoghi eseguiti dalla polizia municipale e tecnici comunali, sempre nel gennaio 2017. Dopo la frana del 2009 il Comune di Alcamo è stato denunciato dalle parti lese per i mancati controlli sul territorio, che hanno permesso l’abusivismo edilizio. Lo stesso Piano regolatore, quando è stato approvato, prevedeva il risanamento di Alcamo Marina, mai avviato. Una località priva di qualsiasi opera urbanistica dove ciclicamente  la politica promette la costruzione delle fognature, puntualmente archiviata dopo ogni campagna elettorale. Intanto resta in piedi il  complesso problema degli interventi per la definitiva messa in sicurezza del costone di roccia per prevenire situazioni di pericolo in caso di violenti nubifragi. Nel febbraio 2009 strade, stradelle, viottoli e la stessa statale 187 si trasformarono in torrenti in piena per l’impossibilità del deflusso delle acque piovane poiché sono scomparsi torrenti come quello denominato Alcamo Marina, che scorreva in prossimità dell’ex fermata del treno. Il letto del fiume venne cementificato così come buona parte del torrente Canalotto. Nella zona Aleccia, quando piove abbondantemente, ci sono proprietari di case di villeggiatura che hanno quella che è più che una sensazione: ovvero il suono sinistro dello scorrere delle acque come se fosse sotto le abitazioni. Alcamo Marina, monumento allo scempio di quella che era una perla incastonata nel Golfo di Castellammare.