A nulla sono valsi finora i tentativi per cercare di mantenere ad alcamo la sezione distaccata del tribunale di Trapani. Raccolte di firme, consiglio comunale aperto, incontri tra i sindaci di Alcamo, Calatafimi e Castellammare del golfo e il presidente del tribunale di Trapani, comitati spontanei, riunioni tra amministrazioni locali, avvocati e giudici: tutti a difendere il tribunale di Alcamo che interessa un bacino di circa 100 mila abitanti, e la cui soppressione, considerato il volume di procedimenti in essere, finirebbe per congestionare il tribunale del capoluogo con conseguenti, inevitabili rallentamenti. Da qualche tempo non se ne parla più. Sembra oramai subentrata la rassegnazione in attesa del fatidico 13 settembre. Ora, a tentare di mantenere operativa la sede alcamese, rivolgendosi direttamente al Ministro della Giustizia, anche il senatore Vincenzo Maurizio Santangelo del Movimento Cinque Stelle, che ha presentato un’interrogazione scritta “per sapere quali iniziative di carattere normativo intenda assumere al fine di rivedere la normativa vigente prevedendo l’esclusione della sezione distaccata di Alcamo del tribunale di Trapani dal procedimento di accorpamento e se non intenda valutare l’opportunità di disporre una proroga del termine di entrata in vigore del decreto legislativo n. 155 del 2012, considerando anche il parere pressoché unanime, in tal senso, della 2ª Commissione permanente del Senato”. Come disposto dal legislatore nazionale nell’art. 1 del decreto legislativo n. 155 del 2012, con la soppressione, tutti i procedimenti civili, penali e di volontaria giurisdizione attualmente pendenti innanzi la sezione distaccata di Alcamo, dovranno in blocco essere trasferiti al tribunale di Trapani, mentre i procedimenti di nuova iscrizione, a decorrere, appunto, dal prossimo 13 settembre dovranno essere trattati direttamente innanzi allo stesso tribunale del capoluogo.