Soldi dei contribuenti che si volatilizzano. Di questi tempi, più del passato sicuramente, sono storie che lasciano il segno. E certamente il segno lo ha lasciato ieri il consiglio comunale di Alcamo che è stato in grado di bruciare all’incirca mille euro di gettoni di presenza per non riunirsi. Con l’aggravante che è accaduto tutto ciò nonostante i numeri ci fossero per aprire la seduta. Quel che è successo ieri ha avuto dell’incredibile: dopo la mancanza del numero legale al primo appello, prassi abbastanza consolidata ad Alcamo, in secondo e ultimo appello si presentano in 18. Un numero più che congruo per aprire i lavori, dal momento che per la convocazione in prima seduta serve la metà più uno dei consiglieri, quindi nel caso di Alcamo 16. Si chiama l’appello ma qui accade l’incredibile: alla conta non ne risultano più 18 ma soltanto 15. Scoppia la contestazione da parte di alcuni presenti che invece continuano a sostenere che in aula sono presenti in 18 e contestano il presidente del consiglio (nella foto) e il segretario generale. I tre scrutatori, nominati tra i consiglieri a vigilare proprio sul conteggio dei voti dell’assise, però alla fine danno a presidente e segretario: al momento dell’appello ci sono soltanto 15 consiglieri, 3 di loro si sono volatilizzati.
Intanto per questa leggerezza gli alcamesi comunque dovranno pagare il gettone a chi era presente al primo e secondo appello. Torna così a far discutere di sè l’assise alcamese famosa, in passato e almeno sino a prima dell’avvento della gestione commissariale, certamente non per la sua sobrietà. Il vizietto consolidato era quello di convocare soprattutto commissioni consiliare a raffica, facendo lievitare enormemente i costi per i gettoni di presenza che mediamente si sono sempre aggirati attorno ai 23-24 mila euro mensili. Questo per effetto di una decisione che ancora pesa come un macigno sulla città e che risale al 2002 quando proprio il consiglio comunale deliberò di aumentarsi il gettone del 75 per cento. Stizzito per quanto accaduto il presidente del consiglio Giuseppe Scibilia.
Uno dei consiglieri che si sono alzati al momento dell’appello, Alessandro Calvaruso, non ci sta a passare per capro espiatorio: “Mi ero assentato per un bisogno fisiologico ed ero davanti la porta del bagno – replica -. A me è parso che quanto accaduto sia solo strumentale, forse perchè qualcuno aveva fretta di andare al teatro ieri sera. Non era mai successo quel che è accaduto, un presidente del consiglio ha sempre usato buon senso. Se si dava un’occhiata prima di chiamare l’appello si evitava tutto questo e ritardando di qualche minuto il numero legale ci sarebbe stato”.