Alcamo-Forniture d’acqua, la città ferma all’anno zero

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Il problema è secolare tanto che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Se 5+2 fa sette. Due +cinque = 7. Cambiando amministrazione comunale ad Alcamo, sia essa di centrosinistra o di centrodestra. Sia essa, come allo stato attuale, monocolore  grillino, il risultato non cambia. Ovvero la fornitura d’acqua alle abitazioni è sempre di  attualità. Cambiando l’ordine dei fattori il risultato da tantissimo tempo è sempre lo stesso. Quando va bene la distribuzione dell’acqua nei vari quartieri avviene ogni quattro giorni e per poche ore. Quando va meno bene il turno viene portato ad ogni cinque giorni, come ha fatto recentemente l’amministrazione grillina. O secondo le circostanze anche più di 5 giorni.  E come avviene da sempre. Problema idrico sempre alla ribalta. Problema di approvvigionamento a centinaia di privati più complesso dopo la chiusura dei pozzi privati, ai quali di recente sono stati apposti i sigilli. E sui quali c’è un’indagine della magistratura. Per rifornirsi al Bottino c’è tutta una trafila da fare al Comune per le autobotti private, con notevole aumento dei costi e tempi di attesa per quegli alcamesi costretti a comprare l’acqua. Intanto si attende che venga approvato dal consiglio comunale il regolamento per la gestione dei pozzi. Se il termometro dei disagi venisse rapportato alle necessità degli alcamesi, occorre dire che il problema forniture d’acqua in città sembra non esistere. Infatti  qualche sporadica  segnalazione alla redazione di alpauno. Nessun  comitato di protesta. Qualche velato mugugno degli autotrasportatori in fila al Bottino. Silenzio delle associazioni che si occupano di tutelare i consumatori. Qualche rarissimo  intervento dell’opposizione in consiglio comunale. Tutto sembra scorrere liscio sul servizio fornitura d’acqua. Se la situazione fosse altamente drammatica forse assisteremmo a sit-in di cittadini assettati? O alla formazione di comitati pro acqua? Mai accaduto perché da sempre ad Alcamo si incassano i disagi ed ognuno cerca proprie soluzioni. Con qualche bidone in più si sopravvive. Rassegnazione ? Oppure la preoccupazione di rendersi inviso al potere con qualche civile protesta?  Un tempo c’era il paladino degli assetati: l’ex consigliere Ignazio Caldarella, che continua le sue battaglie per l’acqua con lettere al sindaco. La gente sembra lontana anni luce dal prendere decise posizioni di fronte al problema acqua:  sopporta e paga in silenzio. La soluzione dei propri problemi cercano di  affidarli agli altri e poi ognuno cerca di risolverli da solo pagando salati conti. E a propositi di conti il Comune di Alcamo sborsa centinaia di migliaia di euro l’anno a Siciliacque, principale fornitore, che si fa pagare a peso d’oro il prezioso liquido: 0,69 centesimi più Iva al metro cubo.  Queste spese cadranno sulle bollette degli alcamesi. Eppure da oltre due anni si perdono più di 50 litri al secondo dalle sorgenti di Cannizzaro, acqua che arrivava gratis al Bottino. Sorgenti di Cannizzaro e ripristino delle condutture, i cui lavori sono stati appaltati ben nove mesi fa e ancora non iniziano. Si parla che il 10 giugno sarà affidata la direzione dei lavori a Cannizzaro, per i quali la giunta Bonventre impegnò 2 milioni e mezzo di euro. E la ditta che si aggiudicò l’appalto è ancora disponibile, dopo 10 mesi, a lavorare con gli stessi prezzi o ne chiederà la revisione? E’ francamente concepibile che dopo 10 mesi dall’appalto i lavori a Cannizaro ancora non inizino?  Insomma il problema acqua sembra agitarsi nelle sabbie mobili mentre gli alcamesi con francescana pazienza sopportano una lunga ed estenuante  via crucis dove non si intravvede la resurrezione. Disporre cioè di qualche goccia in più. Insomma cambiando l’ordine dei fattori: ovvero amministratori comunali il risultato  è sempre lo stesso: per la fornitura d’acqua nella città di Alcamo si deve soffrire.