Alcamo, Fornaci Romane: nuovo sopralluogo

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Nuovo sopralluogo ieri alle Fornaci Romane da parte dell’assessore alla Cultura Selene Grimaudo, che si è recata sul luogo insieme ai componenti della prima Commissione consiliare, il Presidente del consiglio comunale Giuseppe Scibilia, l’assessore al Patrimonio Vincenzo Coppola, il Dirigente del Comune di Alcamo Bertolino ed una rappresentanza della Soprintendenza ai beni Culturali. L’iter annunciato prosegue, dunque, per ripristinare la fruibilità del sito in vista della successiva creazione di un parco archeologico. In seguito ad un sopralluogo effettuato due settimane fa, nella zona archeologica delle fornaci ad Alcamo marina, nei pressi del fiume San. Bartolomeo, l’assessore Grimaudo aveva riferito che esistono vincoli di proprietà di soggetti privati, per cui ha chiesto formalmente l’impegno degli assessori e relativi dirigenti, ciascuno per le proprie competenze: al Patrimonio, per l’acquisizione delle particelle vincolate a privati; ai Lavori Pubblici, per la pulizia e messa in sicurezza delle Fornaci; al Bilancio per l’inserimento nel PEG di una cifra per pulizia, messa in sicurezza e prima fruibilità al pubblico delle Fornaci. L’assessore Coppola e Manno, rispettivamente assessori al Patrimonio e al Bilancio si sono già mossi: il primo nel mantenere i contatti con la Soprintendenza di Trapani dando comunicazione alla stessa per inserire il bene nel patrimonio comunale; il secondo nel reperire la somma necessaria per la pulizia e messa in sicurezza del sito. A breve anche l’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Cusumano si dovrebbe attivare per quanto di competenza, sempre con la supervisione della Soprintendenza ai Beni culturali. “Certa che il lavoro sinergico di tutti i soggetti citati porterà buoni frutti- afferma l’Assessore Grimaudo – ritengo che l’azione congiunta tra assessori e i consiglieri della 1^ commissione, che hanno attenzionato l’argomento durante questi anni, sia indispensabile affinchè il sito diventi un bene fruibile per la collettività”. Il sito, rinvenuto nel 2003 per caso durante alcuni lavori di sbancamento per attività edilizie nella zona, rappresenta, dal punto di vista archeologico, una scoperta notevole in quanto, i resti delle due fornaci, anticamente utilizzate per la cottura e la produzione di materiale di uso domestico e da costruzione, come stoviglie, tegole e mattoni, si collocherebbero tra il I e la metà del III secolo d. C, e fanno pensare alla presenza di un vero e proprio complesso artigianale e produttivo strettamente funzionale alle attività commerciali del vicino porto di Castellammare del Golfo, collocato in posizione favorevole per le rotte commerciali del Mediterraneo. Viste le potenzialità dell’area e constatato l’abbandono degli scavi lasciati all’incuria del tempo e coperti ormai dalla vegetazione, l’assessore Grimaudo ha ritenuto d’inserire le Fornaci Romane fra le emergenze del territorio.

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