Una spesa annua di oltre 200 mila euro per immobili vetusti che non sfiorano nemmeno gli standard di sicurezza soprattutto in materia di norme antisismiche. L’edilizia della sanità alcamese non sta certamente bene e soffre delle vecchie logiche degli immobili in affitto secondo ovviamente parametri ampiamente superati in chiave anche di garanzia di sicurezza. D’altronde altrimenti non può essere se si considera che si tratta di immobili vecchie di 30, 40 o addirittura mezzo secolo fa. Sono in tutto 9 le strutture gestite dall’Asp per un totale di 8 mila e 800 metri quadrati, e 3 mila di questi (vale a dire 6 diversi locali) sono in affitto. Ogni anno costano all’Azienda sanitaria trapanese, e quindi alla collettività, qualcosa come 213 mila euro. In pratica non pesano sulla collettività il solo ospedale “San Vito e Santo Spirito”, ampio poco più di 5 mila metri quadrati, e gli uffici amministrativi del distretto. Ma in realtà non è nemmeno corretto dire così perchè se sul piano formale non vi è alcun costo di locazione, dall’altra parte però la vecchiaia specie del nosocomio impone continuamente investimenti ingenti. Proprio recentemente è stato necessario effettuare massicci interventi edilizi per l’adeguamento e messa a norma dell’impiantistica. Questo perchè chiaramente stiamo parlando di un immobile datato che è stato nel frattempo attraversato da numerose norme di miglioramento per gli standard di sicurezza. In più si dovrebbe prevedere anche un ampliamento strutturale per ricavare altri spazi per circa 600 metri quadri. “L’ampliamento si dimostra non in linea con la nuova programmazione regionale in materia di rete ospedaliera”: parole dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che riporta nel suo decreto assessoriale in cui viene approvato in via definitiva l’Accordo di Programma ex articolo 20 della legge 67/88, relativo alla realizzazione di interventi strutturali sulla rete ospedaliera regionale. Il nuovo governo regionale, in poche parole, non sembra voler più investire fondi sul “San Vito e Santo Spirito” ritenendo al contrario più idoneo la realizzazione ex novo di un nuovo edificio. Ecco perchè in questi giorni si è tornato a rispolverare un vecchio progetto che prevede, per un investimento da 21 milioni di euro, di mettere le basi per arrivare all’obiettivo anche se non è affatto così semplice. Non solo per ragioni economiche ma anche per vincoli urbanistici da dover superare e per andare anche ad espropriare le aree necessarie. In particolare l’ospedale poi è ubicato in pieno centro storico e non è affatto adeguato alle norme antisismiche: “Necessiterebbero 3 milioni di euro di investimenti” sostiene ancora l’assessore nel suo decreto. In tal senso nel decreto l’assessorato alla Salute stanzia 21 milioni di euro che vengono ritenuti bastevoli per progettazione, espropriazione delle aree, procedure di gara, affidamento, esecuzione dei lavori e collaudo. “E’ indispensabile e non più indifferibile – aggiunge ancora nel suo decreto l’assessore Razza – la realizzazione di una nuova struttura sanitaria ad Alcamo”. “La realizzazione di un nuovo ospedale rappresenterà, a mio parere, il primo simbolo del rilancio del nostro territorio – sostiene l’alcamese Vincenzo Abate, componente del Direttivo regionale di ‘Diventerà Bellissima’ – che, a discapito di una ormai consolidata e costante crescita dei flussi turistici e dell’economia ad essi collegati, è stato per troppo tempo colpevolmente trascurato e penalizzato dalle scelte strategiche fatte dai precedenti esecutivi regionali”.