Alcamo-Costi politica, lontani i tempi di gettonopoli

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174 gettoni di presenza, quasi 6 mila euro di spesa per il Comune. E’ l’ultimo bilancio dei costi della politica del consiglio comunale di Alcamo che si riferisce al mese di gennaio appena liquidato dal Settore degli Affari generali. Numeri che sostanzialmente confermano la netta inversione di tendenza rispetto al passato, neanche troppo lontano, quando sino ai tempi della sindacatura di Sebastiano Bonventre e la prima fase dell’insediamento del commissario Giovanni Arnone mediamente ogni mese di spendevano 22 mila euro, per effetto di un maggior costo del singolo gettone di presenza, e il numero a raffica di commissioni faceva salire le presenze dei consiglieri ogni mese a quasi 400 gettoni devoluti dal municipio. Meno commissioni consiliari, meno consiglieri (si è passati da 30 a 24) e minor costo dei gettoni hanno portato a ridurre addirittura del 75 per cento il costo della politica degli organi consiliari nella cittadina alcamese. Infatti in questa nuova legislatura ogni gettone, per effetto dell’applicazione di nuove norme, costa 34 euro all’incirca contro i 60 o addirittura 80 delle precedenti legislature. Facendo un focus sull’ultima liquidazione lo “scettro” del consigliere più presente spetta ad Anna Allegro, con 11 gettoni di presenza e 376 euro di gettoni liquidati, il meno presente invece ancora una volta Giacomo Sucameli che racimola appena 3 presenze e 102 euro. Praticamente Sucameli ha deciso di disertare tutte le riunioni della commissione di cui fa parte, la quarta, o quasi: mentre i colleghi hanno infatti racimolato dalle 5 alle 7 presenze, lui praticamente si è fatto vedere due volte solamente. A seguire Sucameli anche Mauro Ruisi che ha presenziato solo 5 volte, di cui 4 nella II commissione di appartenenza, quando invece l’organismo si è riunito nello scorso mese di gennaio ben 9 volte. Incredibile come oggi quello che un tempo era l’impero delle scorpacciate al municipio alcamese si sia ridotto a luogo tutt’altro che ambito. Infatti i gettoni di presenza nel 2002 erano di tutt’altro tenore: ammontavano a ben 80 euro, per effetto di un aumento che all’epoca venne deciso dall’allora consiglio che con un bel colpo di mano si innalzò il suo già lauto compenso che era fissato a 53 euro. Insomma, il consiglio divenne un vero “stipendificio” dove al lordo un consigliere tra i più presenti poteva anche arrivare alla sommetta niente male di mille e 600 euro al mese. Poi però arrivò una prima riduzione da parte dello Stato ai costi della politica e poi una norma della Regione che stabiliva dei ben precisi tetti, a prescindere dal numero di presenza, che per Alcamo non potevano superare le mille euro. Alla cifra di 34,16 euro si arriva per effetto non solo del taglio del 10 per cento ma anche dell’aumento del 2 più 3 per cento dovuto in base a determinati parametri in cui rientra il Comune di Alcamo.