Alcamo-Costi politica, consiglio sempre più “parsimonioso”

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ALCAMO – I costi della politica ad Alcamo vanno sempre più giù. Un buon segnale per un ente municipale alle prese con uno squilibrio finanziario di 3 milioni di euro e che puntualmente ogni anno sfora il patto di stabilità. Quello di maggio è già il terzo mese consecutivo in cui si registra questo trend al ribasso. Nel mese appena passato il Comune ha sborsato poco più di 16 mila euro contro i 17 mila di aprile e i 18 mila di marzo. Se poi questa cifra si rapporta alla media degli anni passati, che si aggirava sempre tra i 20 ed i 23 mila euro al mese, la differenza è certamente netta. Operazione che sicuramente da sola non potrà essere la panacea di tutti i mali per le finanze del municipio ma comunque è un primo mattone verso il risanamento economico. A maggio sono stati corrisposti 274 gettoni di presenza complessivamente ai 29 consiglieri comunali in carica (il presidente del consiglio ha un’indennità e non è ricompreso fra gli aventi diritto al gettone). Soltanto in due hanno raggiunto il massimo dell’indennità possibile, vale a dire i 950 euro previsti dalle leggi regionale del 2000 e del 2008: si tratta di Antonio Pipitone e Francesco Sciacca che hanno raggiunto le 16 presenze. Ad avvicinarsi a questo tetto Giuseppe Campisi, che si è fermato a 15 gettoni pari a 911 euro, e Leonardo Castrogiovanni, che si è fermato a 14 gettoni pari a 850 euro. Fanalini di coda Francesco Rimi con appena 2 presenze e come sempre Dario Pirrone con appena una presenza. L’auspicio è che si continui su questo percorso più parsimonioso per la politica alcamese che nel 2014 ha messo insieme la bellezza di 4.276 i gettoni di presenza elargiti ai consiglieri comunali pari a una spesa di 260 mila euro, di cui 1.200 all’incirca per le sedute consiliari e il resto per commissioni, senza contare l’indennità fissa spettante al presidente del consiglio. Di queste commissioni in 365 giorni ne sono state convocate qualcosa come 500, siamo quasi vicini alla stratosferica cifra di una e mezza ogni giorno considerando sabati, domeniche e festivi. Ogni cittadino, neonati compresi, ha avuto nell’anno passato sulle spalle quasi 6 euro l’anno di spesa per mantenere gli organi consiliari. Numeri snocciolati nell’arco del 2014 dall’associazione Modi che da sempre porta avanti una battaglia in città contro gli sprechi ed i costi eccessivi della macchina burocratica, con particolare riferimento ai costi della politica. Da sempre ci si chiede se sia davvero necessario che venga convocata, in media, più di una commissione consiliare al giorno, o se invece non si possano accorpare più argomenti in un’unica seduta-fiume. I gettoni di presenza sono pari a circa 60 euro ciascuno e appesantiscono non poco il bilancio comunale. Le polemiche sul numero eccessivo delle sedute ritornano periodicamente, ma sino ad oggi non sembra abbiano turbato più di tanto l’andamento delle cose al palazzo di città.