Alcamo: condannato vicepresidente del consiglio

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L’indagine sulla maxitruffa ai danni delle compagnie assicurative potrebbe avere delle refluenze dirette sul consiglio comunale di Alcamo. la condanna del vicepresidente del consiglio, Vito D’Angelo, è già da ieri al vaglio del segretario generale del Comune Cristoforo Ricupati. Lo sostiene il presidente del consiglio Giuseppe Scibilia: “Non abbiamo notizie certe in merito sulla presunta condanna – sostiene Scibilia – e proprio per questo ieri ho dato mandato al segretario di verificare la questione”. Sarà passata al setaccio la sentenza emessa dal Tribunale di Trapani che ha emesso 14 condanne in seguito ad un’indagine della Polizia Stradale di Trapani. Il consigliere alcamese Vito D’Angelo è stato tra quelli che ha avuto inflitta una pena di quattro anni e due mesi, tra le più alte del troncone giudiziario. L’esponente del civico consesso alcamese è stato chiamato a rispondere di “associazione per delinquere finalizzata alla truffa”. Dall’inchiesta emerse un’oliata organizzazione che denunciava finti incidenti con tanto di certificati medici ovviamente ritenuti fasulli. Ora il dirigente del Comune sarà chiamato a valutare con attenzione gli atti processuali: “Ancora non mi è stato notificato nulla – sottolinea Ricupati – per cui non posso pronunciarmi in merito. Una volta visionato il dispositivo della sentenza verificherò il caso”. Per Alcamo si tratta del secondo caso che si verifica in questa legislatura di condanna nei confronti di un consigliere comunale. E’ accaduto ad Antonio Fundarò che nel maggio scorso è stato condannato alla pena di otto mesi e venti giorni di reclusione, pena sospesa, per aver indotto la pubblica amministrazione ad errore per un attestato di invalidità utile per l’assegnazione provvisoria per la scuola secondaria di secondo grado nell’anno scolastico 2011-2012. Ritornando al caso della truffa alle compagnie assicurative le pene maggiori sono state inflitte a Leonardo Domingo, sei anni di reclusione, e a Angelo Rizzo e a Giacinto Raspanti, cinque anni. Pene minori invece per gli altri dieci imputati: Nicoletta Calvaruso, un anno e sette mesi; Francesco Lo Monaco ed Antonino Galbo, un anno e quattro mesi ciascuno; Domenico D’Angelo, un anno e tre mesi; Rosa Lo Giudice, Antonino Lombardo e Nunzia Maenza, un anno, un mese e quindici giorni di reclusione ciascuno; Stefania Chiovaro, un anno ed un mese; Filippo Vaccaro e Francesco Pisciotta, un anno di reclusione ciascuno. Tutti gli imputati, tranne Domingo, Rizzo, Raspanti e Vito D’Angelo, hanno ottenuto la concessione della sospensione condizionale della pena. Il Tribunale ha anche assolto Leonardo Domingo, Angelo Rizzo, Nunzia Maenza e Giacinto Raspanti da alcune imputazioni ed altre due imputate, Maria e Daniela Cruciata, da tutte le accuse loro contestate. Il Tribunale ha condannato gli imputati anche al risarcimento dei danni in favore delle compagnie assicurative truffate.