Alcamo, commissioni consiliari a raffica

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Ad Alcamo il lupo perde magari il pelo ma non certamente il vizio. E dopo qualche settimana di calma apparente ecco che rispuntano i vecchi vizietti di sempre della politica, che non si fa scrupolo di continuare a convocare sedute di commissioni consiliari a raffica. E i costi della politica nella cittadina alcamese continuano inesorabilmente a salire. Il record spetta alla quarta commissione che nello spazio di 9 giorni si radunerà per ben 7 volte. Tra il 20 e il 28 febbraio è stata convocata la commissione e rigorosamente con un solo punto all’ordine del giorno per ogni singola seduta. In sostanza l’appello che già a suo tempo era stato lanciato dal presidente del consiglio Giuseppe Scibilia ha finito per rimanere inascoltato, con buona pace dei puristi e dei cittadini che chiedono più parsimonia, e anche alla faccia della tanto conclamata spending review. Non male neanche la II commissione consiliare che si convoca quattro volte in sei giorni tra il 19 e il 24 febbraio. Anche qui per ogni seduta è iscritto un solo punto all’ordine del giorno. Molto più sobria invece la I commissione consiliare che si è convocata solo per domani ma anche in questo caso c’è u solo punto all’ordine del giorno. Da tempo si parla dell’eccesso dei costi della politica alcamese ma l’indignazione, evidentemente, non è bastata a frenare la pazza voglia di commissioni consiliari in questa città. Mediamente i 30 consiglieri in carica costano ogni mese qualcosa come 23 mila euro. Il che significa che con questa media nel corso del 2013 appena trascorso il Comune ha dovuto sborsare all’incirca 300 mila euro soltanto per mantenere gli organi consiliari, senza quindi tenere conto delle indennità di funzione di sindaco e giunta. In tempi di vacche magre da queste parti evidentemente non si fanno sconti. I costi della politica alcamese restano dunque notevolmente alti nonostante il Comune sia stato sanzionato in passato, e anche nel 2013 appena concluso, per il mancato rispetto del patto di stabilità che comporta una riduzione dell’indennità del 30 per cento. Oggi questi gettoni di presenza appesantiscono il bilancio comunale per effetto di una decisione che risale al 2002. In sostanza nel dicembre di quell’anno il consiglio comunale deliberò di aumentarsi il gettone da 53 a ben 80 euro, con una impennata quindi del 75 per cento. Decisione questa che continua quindi a incidere pesantemente: infatti, nonostante nel corso degli anni questi emolumenti sono stati via via diminuiti, si è arrivati ad un singolo gettone che oggi è pari a 60,75 euro, comunque superiore sempre a quello fissato nel 2002. Al netto dei rimborsi dovuti per eventuali assenze dal lavoro da parte dei componenti, ogni commissione convocata costa alle casse del Comune quasi 500 euro. Se si considera che mediamente, tra commissioni e consigli comunali, ogni mese si riescono a raggranellare dalle 16 alle 17 sedute, il conto si capisce subito perché è costi salato. Discorso a parte vale invece per gli amministratori: per i Comuni con popolazione superiore a 40 mila abitanti l’indennità di funzione per il vicesindaco è pari al 75 per cento di quella prevista per il sindaco, mentre scende al 65 per cento per gli Assessori e per il Presidente del Consiglio Comunale. Insomma, al banchetto sono tutti invitati.

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