Tira tutt’altro che un’aria di festa natalizia ad Alcamo. In un centro storico quasi del tutto spoglio di addobbi, eccezion fatta per due alberi di Natale in piazza Ciullo e dei fili striminziti di luci blu lungo il corso VI Aprile, questo periodo sembra essere stato vissuto sotto tono dall’intera città. Immersa in una crisi economica, che non è solo alcamese ma che coinvolge l’intero territorio italiano, la cittadina ha anche grandi difficoltà a fronteggiare la vecchia e nuova povertà, fenomeno in crescita a livello locale dove la cappa della disoccupazione ha portato sul lastrico molte famiglie. Difficoltà che in primis sta affrontando la chiesa come conferma l’arciprete della città Leonardo Giordano.
Una chiesa che non deve solo fronteggiare l’emergenza povertà ma deve anche fare i conti con una delle più forti burrasche probabilmente mai affrontate sino ad oggi a livello strettamente territoriale. Gli scandali, o presunti tali, che hanno coinvolto prima l’ex arciprete di Alcamo Ninni Treppiedi, e in successione il vescovo di Trapani Francesco Miccichè e ora quello di Mazara del Vallo Domenico Mogavero stanno lasciando delle profonde cicatrici. Nonostante tutto la fede si sente ed è ancora viva ad Alcamo, così come nel resto della provincia il cui rapporto con il clero, investito da questi presunti ammanchi dalle casse delle due diocesi, sembra averne risentito solo in parte. A questo proposito l’arciprete ricorda i tradimenti storici dei discepoli di Gesù, Giuda e Pietro, e proprio per questo invita la comunità a riflettere dispensando un suo personale parere su questo periodo delicato per la chiesa trapanese.
L’arciprete di Alcamo guarda quindi, come ogni buon pastore che deve guidare la sua comunità, il bicchiere mezzo pieno. E nonostante il periodo buio sotto diversi aspetti, economico e spirituale, chiama a raccolta la città e per queste festività lancia un augurio e nel contempo un appello