Alcamo, “chiudete internet”, libro di Cristian Rocca

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“Chiudete internet, una modesta proposta”. E’ il libro del giornalista alcamese Cristian Rocca che sarà presentato domani, ore 19,30 alla Funtanazza, nell’ambito della della rassegna “Artisti per Alcamo – L’Arabafenice”, organizzata dall’Associazione X l’Arte e Vivilbosco. Nonostante internet sia la più grande innovazione della nostra epoca, ridisegnando abitudini e modi di vivere purtroppo la maggior parte ne fa un cattivissimo uso ed internet è diventata una grande latrina. “Chiudete Internet” è un’analisi su come si è arrivati fino a qui, al “nuovo disordine mondiale”, alla fine dell’opinione pubblica, all’insorgere del populismo e alla presunta rivolta contro le élite, alla relazione fra Stato e capitalismo e fra etica e profitto. Christian Rocca lancia un duro j’accuse contro la società che vuole fare a meno della competenza e dell’esperienza. A minacciare seriamente il mondo contemporaneo è l’idea che i social network siano strumenti neutri e quindi non responsabili delle informazioni che veicolano. L’autore analizza i vari modi possibili di regolamentare le grandi piattaforme digitali. Altrimenti non ci saranno rimedi da opporre alla fine del mondo come lo conosciamo. Ogni giorno che passa aumenta sempre più la deriva, provocata dall’uso sconsiderato dei social, e il primo cattivo esempio viene da mezzi leader politici, che più che pensare a governare l’Italia sono impegnati nella propaganda quotidiana sui social intervenendo su tutto e tutti con opinioni, che spesso lasciano il tempo che trovano. Internet una risorsa, ma è diventata un verminaio anche a causa di coloro i quali Papa Francesco ha definito drogati digitali. Christian Rocca è giornalista ed editorialista de “La Stampa”, già colonna del Foglio e direttore di IL, mensile del Sole 24 Ore, giornale per il quale è un inviato; scrive anche su Vanity Fair, occupandosi soprattutto di politica statunitense e internazionale. A discutere con l’autore dell’importante tematica i giornalisti e scrittori Nicola Biondo e Giacomo Di Girolamo.