Alcamo, canile quasi pronto in un bene confiscato

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ALCAMO – Ad un passo il completamento ad Alcamo dei lavori del rifugio sanitario, tecnicamente definito così ma praticamente l’equivalente di un canile. Sono state completate le installazioni anche dei box che dovranno ospitare i cani ed il Comune ha già stanziato le somme necessarie alla ditta incaricata pari a circa 7 mila euro. Una struttura che sorge all’interno di un bene confiscato alla mafia e che proprio per questo assume un doppio valore: quindi da un lato il recupero “sociale” di un bene che è stato strappato alla criminalità organizzata e dall’altro la realizzazione di un’opera di cui il territorio è sprovvista e che tra l’altro farebbe anche risparmiare un bel po’ di soldini al Comune che per il ricovero di un randagio paga ancora oggi fior di quattrini, esattamente dal 2006. E’ in vigore infatti una convenzione con il canile “Mister Dog di Rocca di Neto” che ospita poco meno di 400 cani catturati con una spesa giornaliera a cane di circa 2 euro, ed annua, sempre a cane, di 704 euro. A conti fatti quindi, come ha denunciato il consigliere comunale Antonio Fundarò, la spesa annuale per il Comune di Alcamo è di 260 mila euro e in questi 7 anni quindi ha sfiorato i 2 milioni di euro. Un vero salasso per un ente che da due anni è in fortissima difficoltà nel far quadrare i conti. Ora però sul fronte del contrasto al randagismo la svolta potrebbe essere davvero dietro l’angolo. Infatti i lavori sono praticamente quasi completi, per una spesa di circa 171 mila euro, mancano in pratica soltanto gli ultimi accorgimenti tecnici e qualche passaggio burocratico. Il rifugio è stato progettato in un ampio terreno ubicato all’estrema periferia di Alcamo, in contrada Tre Noci. Il 40 per cento dei fondi è stato a carico del bilancio comunale, la restante parte a carico invece della Regione. Si porrebbe fine così all’assenza di un servizio nel territorio che ha creato non pochi problemi, prima di tutto finanziari per gli elevati costi che deve sostenere il Comune proprio per ricoverare i cani randagi. Da qualche tempo sono state intraprese delle iniziative di sensibilizzazione per fare in modo che si possa incentivare il sistema dell’adozione del cane, ma ovviamente per la sua proporzione il fenomeno non può debellato con politiche di questo genere. Soprattutto si volta pagina rispetto a quanto avvenuto nel recente passato, con un grande canile intercomunale che sarebbe dovuto sorgere proprio ad Alcamo già diversi anni fa e che sfumò per una serie di responsabilità tecnico-burocratiche che hanno visto i Comuni del comprensorio scaricarsi a vicenda le responsabilità. Sarebbe dovuto infatti sorgere un rifugio in territorio di Calatafimi, al confine con Alcamo, nell’ambito di un progetto che avrebbero dovuto finanziare i Comuni di Alcamo, Calatafimi e Castellammare del Golfo. Fu anche stipulato un protocollo d’intesa poi però tutto saltò per ritardi nella progettazione con tanto di polemiche tra le amministrazioni alcamese e castellammarese che si accusarono a vicenda. Pare che alla base di questa contesa ci fosse un presunto cambiamento dei termini della convenzione che non fu gradito dai sindaci.