Tutta la verità sul bilancio del Comune di Alcamo. La si saprà mercoledì pomeriggio, alle 17, quando il commissario del Comune, Giovanni Arnone, convocherà i giornalisti per una conferenza stampa in cui si metteranno sul piatto i numeri delle traballanti finanze del municipio, messe a dura prova in questi ultimi anni non solo dai tagli ai trasferimenti di Regione e Stato ma anche da alcune scelte delle amministrazioni locali che non hanno certamente giocato a favore dello sviluppo dei maggiori introiti per l’ente locale. A confrontarsi con i giornalisti non sarà soltanto Arnone ma anche il tanto chiacchierato e criticato dirigente del Settore dei Servizi finanziari, Sebastiano Luppino, e il segretario generale del Comune, Cristofaro Ricupati. Sarà occasione soprattutto per difendere l’operato della gestione commissariale, finita sotto tiro dal giorno del suo avvento per avere proceduto ad un aumento di determinati tributi per risanare in parte il disavanzo di bilancio che ammonta a circa 3 milioni di euro. I vertici della macchina burocratica in particolare hanno intenzione di ‘sbugiardare’ buona parte del consiglio comunale che ha prima bocciato la manovra di aumento di Tasi e Imu e in questi giorni persino le nuove tariffe della Tari, la tassa sui rifiuti, che prevedono aumenti per le famiglie con un solo componente e diminuzione per le altre, e sostanziosi ritocchi all’insù per alcune tipologie di attività commerciali e imprenditoriali. Si sta in pratica giocando una partita più che altro sul piano mediatico tra le forze politiche, che già sono con un piede e mezzo verso le elezioni amministrative della prossima primavera in città, e i burocrati che invece devono applicare con rigidità determinate regole molto spesso dal sapore impopolare, come l’aumento delle tasse per l’appunto. Il rischio è che in questo momento di enormi difficoltà per le famiglie si possa anche innescare un effetto di disordine sociale, specie da parte di cittadini, commercianti e imprenditori su cui la pressione fiscale ha già raggiunto percentuali non più sostenibili. I consiglieri continuano a sostenere che per far quadrare il bilancio non ci sarebbe bisogno di fare ricorso all’aumento delle tasse ma si potrebbe procedere ad un taglio della spesa e ad un aumento degli introiti di cassa; il commissario ed i burocrati invece ribattono che questa ipotesi prospettata non consente di garantire l’equilibrio economico-finanziario del bilancio di previsione 2015/2017, con la conseguenza di creare una situazione di caos finanziario e amministrativo. Le nuove norme di finanza pubblica, secondo Luppino, non consentono più l’utilizzo di avanzo libero di amministrazione e di fatto obbligano i Comuni a prevedere un elevato fondo svalutazione crediti, fondo crediti ritenuto dal Comune stesso di dubbia esigibilità. Intanto i giorni passano ed incombe il termine del 30 settembre per approvare il bilancio.