Alcamo: Beni confiscati, presto la loro fruizione

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ALCAMO – Cominciano a prendere sempre più forma i due beni confiscati alla mafia i cui lavori sono stati recentemente appaltati e che riguardano la nascita di un centro antiviolenza e di un pronto soccorso sociale. Il Comune ha dato avvio alle procedure per l’acquisto dei necessari arredi per rendere funzionali le due strutture. Si farà ricorso ad una procedura in economia tramite richiesta di offerta sul mercato elettronico della pubblica amministrazione. Per il pronto soccorso sociale stanziati 10 mila euro, per il centro antiviolenza quasi 12 mila. Si tratta degli immobili di via Tornamira e via Benedetto Croce: siamo in presenza di un investimento complessivo di 700 mila euro, quindi 350 mila euro destinati ad ogni immobile. Per quanto concerne il bene di via Arciprete Giuseppe Virgilio, all’angolo con la via Croce nei pressi di viale Europa, aggiudicato ad una ditta di Palermo, saranno rimessi in sesto il secondo e terzo piano dell’appartamento in corso di costruzione. Ed è qui che il centro antiviolenza si sistemerà, in un luogo assolutamente più adatto rispetto all’attuale sistemazione nei locali dell’Urp in corso VI Aprile. Più volte gli addetti ai lavori avevano sostenuto che l’attuale sede, in posizione eccessivamente centrale, non era consona ad una struttura di questo tipo, dove si raccolgono le denunce per violenza. Quindi vi era il concreto rischio che le vittime potessero essere facilmente individuabili. Il Comune in tal senso ha dato una decisa accelerazione approvando non solo il progetto ma inserendolo organicamente all’interno del piano triennale delle opere pubbliche. Il centro antiviolenza del Comune di Alcamo è promosso dall’assessorato comunale alle Pari Opportunità, ed è stato istituito nell’aprile 2008, a seguito di un protocollo d’intesa tra la Provincia di Trapani, i Comuni di Alcamo, Valderice, Buseto Palizzolo, la Consigliera di Parità della Provincia di Trapani, la Questura di Trapani, la Caritas Diocesana e l’Asp 9 di Trapani. Una struttura che nello specifico opera a favore delle donne ma anche di minori che hanno subito molestie sessuali, violenze e fenomeni di mobbing lavorativo. E’ gestito da professioniste volontarie dell’associazione “Le Pleiadi” ed offre un servizio gratuito di prima accoglienza, di consulenza legale e sostegno psicologico, nel rispetto assoluto della privacy. L’altro immobile di via Tornamira, aggiudicato invece ad una ditta di Partinico, è stato assegnato in parte all’associazione “Solidarietà e partecipazione” che opera nel campo dei servizi socio-umanitari e che si trasformerà in pronto soccorso sociale. Un bene che è stato al centro di una vera e propria bufera nei mesi scorsi. Infatti questo immobile era stato inizialmente assegnato per divenire sede dell’associazione antiracket e antiusura alcamese ma il suo presidente si è rifiutato, non prendendo neanche le chiavi, perché è stata ritenuta inadatta la struttura per raccogliere le denunce di commercianti e imprenditori. Tesi che è stata recentemente sposata anche dal consigliere comunale Antonio Fundarò, il quale aveva dichiarato che la sede di via Tornamira è “un luogo davvero troppo isolato e che non si confà a chi cavalca od intende farlo un percorso di crescita culturale della città di Alcamo”. E così l’immobile è praticamente rimasto sino ad oggi sguarnito.