Alcamo-Associazione antiracket, Vincenzo Lucchese lascia sbattendo la porta

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Ha lasciato la carica  sbattendo la porta a causa di “contrasti col Comune” che ha definito “insanabili”. Dal 2004 al 2010 e poi dal 2015 e sino a sabato scorso ha lavorato con impegno per l’Associazione antiracket e antiusura, di Alcamo e Castellammare, assistendo negli anni imprenditori vittime del racket e dei cravattari. Parliamo dell’ispettore di polizia  Vincenzo Lucchese, che si è dimesso dalla carica di presidente dell’Antiracket. Ora a presiedere l’Associazione, che ha sede ad Alcamo, nella via XI Febbraio, in un immobile confiscato alla mafia, è l’imprenditore edile Salvatore Di Leonardo. A votare nella sala congressi Marconi, dove si è svolta l’assemblea, una ventina di soci, su circa 100 iscritti, la maggior parte dei quali non sono imprenditori o commercianti. All’atto della costituzione, infatti, per dare forza all’Associazione si iscrissero anche esponenti politici e professionisti. Salvatore Di Leonardo è l’unico imprenditore del rinnovato consiglio di amministrazione, che si avvarrà di Giovanni Notaro (tesoriere) di Castellammare che lavora in un’impresa edile. Nel consiglio figura anche un avvocato: Mariangela Lamia: segretaria. La vice presidenza è andata a Giuseppe Campo, insegnante di educazione fisica in pensione, che fa parte del consiglio di amministrazione dell’Ipab “Mangione”. Campo alle ultime amministrative è stato candidato, non eletto, al consiglio comunale nel Movimento 5 Stelle. Nel consiglio figura il dottor Nino Ferrara, già primario di chirurgia dell’ospedale di Alcamo, della sinistra storica, che è attualmente presidente della “Mangione”. Senza mettere in discussione le capacità del nuovo consiglio dell’Antiracket sorge spontaneo un interrogativo. Come mai in un’Associazione che si occupa di estorsioni ed usura, gestiti dalla mafia, e che vede bersaglio imprenditori e commercianti, di questi nel nuovo consiglio se ne conta praticamente solo uno? Pare che la maggior parte degli operatori interpellati hanno declinato l’invito per non avere una carica che darebbe loro  visibilità con l’Associazione antiracket. La vita dell’Associazione antiracket e antiusura ad Alcamo ha avuto un percorso difficile e non c’è stata  tutta quella richiesta di assistenza da parte di imprenditori e commercianti di Alcamo e Castellammare che forse la situazione avrebbe richiesto. Paura e omertà? Per cercare di scuotere le coscienze il compianto monsignor Vincenzo Regina scrisse un libro dove figurava, fra l’altro, un decalogo contro racket e usura. In quanti lo hanno letto?