Sarà ricordata dagli alcamesi come una delle peggiori estati sul fronte dell’erogazione idrica, che dimostra l’impreparazione del Comune di fronte a simili emergenze. Di acqua si sarebbe dovuto parlare ieri mattina al Comune durante una riunione tra la Terza commissione consiliare, il commissario comunale e l’ingegnere capo. L’incontro è slittato a domani pomeriggio alle 17 a causa degli impegni legati ad un’altra emergenza, che ogni anno si presenta come una cambiale in scadenza: ovvero gli incendi dolosi sul monte bonifato che mandano in cenere quel poco di verde rimasto, nonostante l’impegno delle varie associazioni, scuole e volontari per salvaguardare la pineta. Ma di acqua è che vogliamo parlare. La questione va avanti dallo scorso 27 febbraio quando per le perdite nella conduttura in contrada Piano Marrano venne disposto lo spegnimento delle pompe di Cannizzaro, l’acquisto di acqua da Montescuro, altro impianto dove si verificano guasti, l’ultimo di questi ultimi giorni tanto che da tale sorgente, gestita da siciliacque per oltre 48 ore non è arrivata alcuna goccia. Negli anni venti del secolo scorso in due anni vennero costruite 23 chilometri di conduttura e relative gallerie per una lunghezza di 23 chilometri per portare ad Alcamo l’acqua delle sorgenti sul monte Jato. E’ mai possibile che in tempi di tecnologia avanzata e con i mezzi attuali da febbraio ad oggi non si è riusciti a risolvere il problema di Cannizzaro. Dallo scorso sette aprile al primo luglio si sono susseguite ben quindici guasti alle condutture: soprattutto nelle zone di piano marrano, santa lucia, finocchio, pietralonga, signora, guastella e bommarito. Guasti su guasti e interruzioni dell’erogazione idrica. Per rifare la conduttura esiste il progetto per 2 milioni e mezzo di euro e il commissario si è impegnato a bussare a quattrini alla disastrata regione siciliana. Intanto i turni di attesa per vedere scorrere l’acqua si sono stabilizzati su tempi biblici: 7-8 giorni quando non si arriva anche ad undici come capita nella zona di via monsignor Tommaso Papa per la gioia dei proprietari di pozzi privati. Tra blocco delle pompe di sollevamento, rotture di vario genere, tra nomine di nuovi direttori per la rete idrica e fognante e tempestive richieste di reintegro, tra notevole aumento dei prezzi per acquistare l’acqua di Montescuro, uno tra i più importanti servizi sembra completamente in tilt. Non in tilt i premi in soldoni a dirigenti e funzionari per i risultati raggiunti. Ma quali sono questi risultati? Intanto dai rubinetti continua ad uscire aria.