Alcamo, alcuni appunti sugli obiettivi del comune in materia di precari

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Lungi dal chiamarlo problema o emergenza o crisi, l’assessore alla Programmazione Economica e Finanziaria del comune di Alcamo, Fabio Butera, ha fatto sapere che la quidditatis del precariato è una semplice ragione di scelta da parte dell’amministrazione Surdi. Una scelta mirata a ridurre la parte delle spese correnti del bilancio, che secondo Butera ammontano al 40%, ben al di sopra della media del 25% di altri comuni. Il comune preferisce stabilizzare meno personale ma a tempo pieno. Rimane quindi fuori questione la richiesta dei sindacati di stabilizzare invece tutti i precari, ma con orario part-time – ossia praticamente di lasciare la situazione invariata. Il vantaggio di avere personale a tempo pieno per l’assessore Butera consisterebbe nell’avere meno problemi gestionali e di organizzazione interna nel coordinamento del servizio del personale operante rispetto agli orari di uffici e servizi. Un altro modo, dunque, per aumentare produttività ed efficienza. L’assessore ha annunciato che a metà settembre avverrà la messa per iscritto del nuovo piano del fabbisogno che comunque non ha niente di nuovo rispetto a quello che le parti sindacali conoscono già – e cioè la stabilizzazione di 300 precari dei 400 in toto. Delle 100 persone tagliate fuori, il comune provvederà ad assorbirne solo 50, tramite l’implementazione di nuovi servizi, quali il controllo ausiliario del traffico e dei parcheggi e la riscossione dei crediti. Originariamente, i piani dell’amministrazione Surdi erano di concedere tali servizi in appalto a privati, ma a fronte delle pressioni sindacali si sarebbe adesso deciso di fare dietrofront e affidarli ai precari alcamesi. Questa tuttavia potrebbe sembrare una contraddizione rispetto all’obiettivo originario del comune di ridurre i costi – la formazione di personale non qualificato in materia di traffico e ancor peggio di finanza, crediti, fisco comporterebbe esso stesso costi e spese pubbliche non indifferenti. Tuttavia la formazione di tale personale, l’assessore ha fatto sapere, sarebbe già cominciata, e mira a restituire al comune 1 milione di euro dai parcheggi e 4 milioni e mezzo dalla riscossione dei crediti.  Gli altri 50, che il comune sarebbe assolutamente risoluto a non integrare, dovrebbero ricorrere ai fondi stanziati dalla Regione Sicilia – incoraggia Butera – si tratta di una sorta di ammortizzatore sociale corrisposto per qualche anno a chi decide di optare per la fuoriuscita dal precariato, e magari per mettersi alla ricerca di un altro lavoro. Anche qui si potrebbe ravvisare una falla nel discorso dell’assessore e nel suo obiettivo di ridurre le spese comunali – infatti la messa in disoccupazione di 50 persone, potrebbe tradursi in un aumento di spese destinate alle cure degli indigenti o nei casi peggiori alla lotta contro la criminalità. L’assessore su questo però alza le spalle, dichiarando che non è un qualcosa che rientra nei loro ragionamenti allo stato attuale. L’altra obiezione alla logica dell’amministrazione Surdi sarebbe “Quali sarebbero esattamente le prospettive di questi nuovi disoccupati di trovare un nuovo lavoro?” Dalle stesse parole dell’assessore Butera infatti si evince che l’evasione fiscale ad Alcamo è di 4mln e mezzo di euro all’anno – motivo per cui si provvederebbe all’implementazione del nuovo servizio di recupero  fondi. Sarebbe dunque da vedere come l’economia alcamese, prosciugata di ingenti somme di capitali all’anno, potrebbe consentire nuovo impiego.