Alcamo-Al Comune la mano sinistra non sa ciò che fa la destra

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Quando il capo smentisce il braccio operativo. Succede al Comune di Alcamo dove il commissario Giovanni Arnone ha finito, non sappiamo quanto volontariamente, per smentire gli uffici. Lo ha fatto proprio in questi giorni promulgando un bando in cui il municipio istituisce un albo esterno degli avvocati per portare avanti le tantissime pendenze legali dell’ente. Provvedimento che però va in nettissimo contrasto con le linee guida dettate dal dirigente dell’Avvocatura comunale, Giovanna Mistretta, che nella relazione preparata per il bilancio di previsione 2015 aveva invece sostenuto tutt’altra tesi: “Evitare al massimo le nomine di legali esterni – si legge – consentirà all’ente il massimo risparmio di risorse economiche, così come peraltro prescritto dalle norme di finanza pubblica”. La Mistretta ha inoltre consigliato ai vertici politico-amministrativi del municipio di far seguire ai dipendenti del Settore i corsi di aggiornamento in modo da acquisire la necessaria professionalità nello svolgimento quotidiano del lavoro. Cambi i direttori d’orchestra ma la musica è sempre quella al Comune di Alcamo: la mano sinistra non sa ciò che fa la destra, scenario tipico di un apparato amministrativo che ha mostrato di essere sempre stato scollato tra i burocrati e gli organi di indirizzo politico-amministrativo. Situazione che ha riscontrato anche la II Commissione consiliare che ha proprio analizzato questa sorta di contrapposizione: “Mentre l’Avvocatura parla di risparmio e di assoluto divieto all’esternalizzazione – si legge nel verbale dell’organismo consiliare – al contrario il commissario da vita a questo albo per dare a legali esterni incarichi di difesa del Comune”. E se da un lato si pensa al risparmio, dall’altro però la stessa Mistretta non ha mai nascosto le enormi difficoltà degli uffici nel portare avanti il carico di lavoro quotidiano. Solo due gli avvocati operanti e abilitati all’interno del municipio, per l’appunto la stessa Mistretta e un’altra dipendente oltretutto neanche a tempo pieno. Spesso il lavoro della dirigente è stato messo in discussione da buona parte del consiglio comunale che ha accusato l’Avvocatura di scarso rendimento, la cui condotta avrebbe compromesso più volte le finanze dell’ente. Il riferimento è ai tantissimi debiti fuori bilancio dove sarebbero emerse cause per danni poco chiare e facili risarcimenti. Non a caso in più della metà delle controversie giudiziarie il Comune ha subito batoste. Il 2014 si è chiuso per l’Avvocatura comunale con risvolti pesanti sul piano soprattutto economico per l’ente che spesso ha dovuto soccombere specie alle richieste di risarcimento danni per le buche nelle strade. Secondo un resoconto dello stesso Settore dell’Avvocatura lo scorso anno, su un totale di 72 sentenze emesse, il Comune ha perso ben 39 volte, di cui 5 solo con parziale accoglimento della domanda risarcitoria. Altre 33 volte invece il Comune ha vinto. Significa questo che la percentuale di successo dell’ente municipale davanti ad un giudice è stata del 46 per cento contro il 54 per cento invece di sconfitte giudiziarie.