Alcamo-Acqua, ecco i motivi dell’emergenza

0
633

Chiede di essere reintegrato immediatamente nella carica di direttore dei lavori della rete idrica e fognante di Alcamo. La richiesta è stata presentata dal geometra Piero Girgenti che da diversi anni riveste tale incarico e che è stato sollevato per le vicende legate alla drammatica situazione dell’erogazione idrica in città. Allo stesso Girgenti piena solidarietà della Terza commissione consiliare che sul problema acqua incontrerà lunedì mattina, nella sala giunta il commissario comunale Arnone e l’ingegnere capo Enza Parrino, mentre pare che i carabinieri abbiano avviato un’indagine e già ascoltato qualche funzionario comunale. Ma le responsabilità sono di Girgenti? Oppure si intendono scaricare tutte le responsabilità su un impiegato, ritenuto modello? Ma si poteva evitare di arrivare a questo punto? Oggi l’acqua ad Alcamo quando va bene arriva ogni otto giorni. Qualche protesta da parte degli alcamesi, la maggior parte dei quali, per fortuna non deve affrontare tale emergenza perché si trova nella case di villeggiatura. E mentre in altre città a quest’ora sarebbe scoppiata una rivolta ad Alcamo invece spicca anche il silenzio delle Associazioni dei consumatori. Il silenzio dei consiglieri comunali, tranne qualche mosca bianca come Ignazio Caldarella. Ma si poteva evitare questo black out idrico che affonda le sue radici alla fine dello scorso mese di febbraio? C’è una dettagliata relazione sul tavolo del commissario, che racconta la cronaca di minuto per minuto, sui disservizi dell’erogazione idrica cittadina. Lo scorso 27 febbraio a causa di una grossa perdita nei pressi di un pozzetto in contrada Piano Marrano segnalata tempestivamente al Comune non disponendo di un appalto per i lavori di manutenzione, l’ex assessore Cusumano con il consenso del dirigente ingegnere Enza Parrino ordinavano di spegnere le pompe di Cannizzaro e di integrare la portata con l’acqua acquistata da Siciliacque a suo parere più economicamente conveniente anziché riparare la conduttura. L’integrazione della portata idrica da Montescuro è costata al Comune e quindi agli alcamesi sino alla fine del mese scorso 275 mila euro per un periodo di tre mesi, mentre nei tre mesi precedenti le fatturazioni non avrebbero superato l’importo di 100 mila euro sempre ogni tre mesi. Nonostante l’integrazione con Montescuro non è stata garantita ugualmente una regolare turnazione dell’acqua a causa di continue interruzioni e guasti di Siciliacque. E’ lecito chiedersi. Ma, considerata l’emergenza, non sarebbe stato opportuno riparare il pozzetto di contrada Piano Marrano e rimettere in moto subito le pompe di Cannizzaro per evitare di arrivare all’attuale emergenza idrica? Sarebbe opportuno accertare eventuali responsabilità e chi ha sbagliato paghi.