Ad Alcamo mezzo secolo di misteri. Casermetta, mega-raffineria e la morte di Palmeri

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Il territorio trapanese è contraddistinto da una lunga striscia di sangue e di misteri che cominciò nel 1976 con la strage della casermetta di Alcamo Marina. Poi l’omicidio del giudice Ciaccio Montalto, magistrato che si era occupato di indagini sulla droga e proprio qualche anno dopo il suo omicidio, in contrada Virgini ad Alcamo, fu scoperta la più grande raffineria di droga d’Europa capace di sfornare eroina per centinaia di miliardi di lire all’anno. Un mese prima del blitz di Pizzolungo che avrebbe dovuto far saltare in aria il giudice Carlo Palermo, appena arrivato a Trapani per proseguire le indagini del collega assassinato. Aveva sventato un enorme flusso di droga che partiva dalla Turchia, passava da Trento e arrivava in Sicilia.

Palermo sopravvisse all’attentato, ma a Pizzolungo morirono Barbara Rizzo, e i suoi due gemellini, che passavano per caso nel momento dello scoppio. La loro utilitaria fece da scudo all’auto del giudice. Dopo 40 anni mancano ancora pezzi di verità. Quindi la morte di Mauro Rostagno avvolta da tantissimi altri misteri.

Ma il primo vero grande mistero del territorio risale, appunto, al 27 gennaio 1976, 47 anni fa, quando ad Alcamo Marina vennero trucidati due carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. I cinque arrestati vennero dichiarati innocenti 36 anni dopo. Ad Alcamo i misteri non sono mai mancati e l’ultimo riguarda la morte di Armando Palmeri, ex collaboratore di giustizia le cui confessioni sono state ritenute affidabili in vari processi. Il sessantaduenne è morto ad Alcamo, dove era ritornato in maniera riservata, nella sua casa di Bosco Falconeria.

La procura ha subito disposto l’autopsia per sgomberare il campo da inquietanti dubbi. Palmeri, un paio di giorni dopo, avrebbe dovuto confrontarsi con l’ex senatore Lauria, accusato di avere sponsorizzato incontri fra mafia e servizi segreti deviati nei primi anni ’90. Un faccia a faccia in procura a Caltanissetta. L’esame autoptico, già fissato, slittò di qualche giorno (strano anche questo?) e venne effettuato il 22 marzo.

Le prime conclusioni parlarono di morte per infarto ma da allora non ci sono certezze sui risultati dell’esame tossicologico, voluto dagli inquirenti e dai difensori di parte per appurare eventuale presenza di veleni o di sostanze che avrebbero potuto causare il decesso di Palmeri. I misteri restano sia perché tre mesi non sono bastati per avere notizie sulla relazione dell’autopsia effettuata al Policlinico di Palermo e sia perché subito sono state smentite alcune ipotesi che qualcuno, a mezze parole, si era fatto scappare indicando la negatività degli esami.

“Nonostante quanto emerso da fonti stampa sulle cause naturali della dipartita del collaboratore di giustizia Armando Palmeri, ancora nessun esito è stato depositato alla Procura di Palermo sugli esiti del tossicologico”. Così ha scritto in una nota l’avvocato Alessandra Delrio, legale dei familiari di Palmeri.e Rstano allora gli scenari inquietanti e le suggestioni? E perché Palmeri non voleva andare a quel faccia a faccia in procura a Caltanissetta? Chi sapeva della presenza ad Alcamo dell’uomo? Doveva incontrare qialcuno? E cosa avrebbe scritto nel suo memoriale sulla strage della casermetta di Alcamo Marina? Misteri su misteri che chissà quando verranno mai svelati.