Finalmente a casa gli equipaggi dei tre motopesca della marineria mazarese sequestrati per venti giorni dai miliziani libici a Bengasi.
I 19 marittimi, 12 mazaresi e sette tunisini, sono apparsi molto provati e hanno riferito delle condizioni disumane in cui sono stati lasciati ina carcere.
Il “Maestrale”, l’ “Antonino Sirrato” e il “Boccia Secondo” sono arrivati al porto grande di Mazara sabato, attorno alle 22,15, accolti da parenti e qualche curioso. Con loro anche il vescovo della diocesi mazarese, monsignor Domenico Mogavero, e il presidente del Consorzio Cosvap della pesca, Giovanni Tumbiolo, che in queste settimane hanno seguito la vicenda tramite un contatto diretto con il console italiano a Bengasi Guido De Sanctis.
A parlare di una situazione drammatica a Bengasi è stato proprio Giovanni Tumbiolo: “Al momento a Bengasi soprattutto ci troviamo di fronte a dei cani sciolti. Non c`è alcuna autorità, al di sopra dei miliziani. Tutti armati e pericolosissimi. Non abbiamo voluto subito raccontare cosa era accaduto nell`immediatezza del sequestro anche se avevamo detto che si era trattato di un vero atto di pirateria proprio per queste modalità per non fare preoccupare le famiglie a Mazara”.
Il vescovo Mogavero ha appreso della liberazione mentre si trovava a Tunisi; rientrato in mattinata, ha voluto partecipare all’accoglienza sulla banchina del porto.
“È una vicenda a lieto fine per la quale non possiamo che gioire – ha detto il Vescovo – la mia presenza vuole dimostrare la vicinanza verso questa gente di mare che naviga questo Mediterraneo tra tantissimi rischi. Una semplice testimonianza di affetto nei loro confronti e delle loro famiglie e dei loro figli».
Il Vescovo si è intrattenuto per più di un’ora con gli equipaggi e le loro famiglie. «Ora è giunta l’ora che si affronti definitivamente la questione delle acque territoriali – ha ribadito il Vescovo – nulla può essere lasciato più al caso».
Intanto una rappresentanza degli equipaggi incontrerà, martedì pomeriggio, a Mazara del Vallo, il Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi.