Tragedia nel ‘Varesotto’, la coppia aveva lasciato Alcamo una trentina di anni fa

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Sono alcamesi i protagonisti della tragedia consumatasi ieri, in Lombardia: l’ennesimo femminicidio provocato da un matrimonio oramai al capolinea. Teresa Stabile, 55 anni, e Vincenzo Gerardi avevano lasciato Alcamo una trentina di anni fa per trasferirsi nel varesotto, a Samarate. Qui avevano messo su famiglia e avevano avuto due figli. Lei si occupava delle faccende domestiche e lui lavorava in un’azienda che si occupa di installazione di piscine. I due alcamesi avevano già contatto un legale per istruire le pratiche della separazione. Alla donna era stato consigliato  di allontanarsi dalla casa dove viveva con il marito, e così era andata a vivere dai genitori, in un’abitazione poco distante. I rapporti andavano sempre più peggiorando e Vincenzo Gerardi cominciava a rispettare un cliché purtroppo consumato in casi analoghi: cominciava a vantare pretese di controllo sulla donna.

Diversi episodi di intemperanze e richieste di soccorso ai carabinieri. Un mese fa il figlio maggiore della coppia di alcamesi aveva denunciato il padre per violenza privata e per tutta una serie di atteggiamenti ritenuti contrari alla legge. Vincenzo Gerardi, 57 anni, dopo l’uccisione della moglie aveva tentato il suicidio. Aveva effettuato un paio di chiamate, anche ai suoi parenti di Alcamo, dicendo: “Ho fatto quello che dovevo fare”. Il 57enne alcamese, rintracciato dai carabinieri, ha poi confessato nella notte l’omicidio nel corso del lungo interrogatorio con il pubblico ministero. Dalle indagini è poi venutoi fuori che la data del 16 aprile, per la coppia di alcamesi, rappresentasse una sorta di tragico estamento scritto.  Almeno due messaggi, lasciati da Gerardi per spiegare un gesto estremo, con la convinzione di riuscire anche lui a perdere  la vita. Il 16 di aprile, forse una data simbolica per la coppia di alcamesi. Violentissime le coltellate, profonde, che il 57enne ha inferto alla moglie alla quale non ha dato neanche il tempo di scendere dall’autovettura, sotto casa dei genitori. Poi la fuga, qualche centinaio di metri prima di venir atterrato da un colpo di teaser dei carabinieri.