Uccise la moglie, inflitto l’ergastolo al castelvetranese Ernesto Favara

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Fine pena mai. La Corte d’assise di Trapani ha condannato all’ergastolo Ernesto Favara, 64 anni, di Marinella di Selinunte, accusato di avere ucciso la moglie Maria Amatuzzo a coltellate. L’omicidio è avvenuto nella casa della coppia a Marinella di Selinunte il 24 dicembre 2022. Ieri, prima della sentenza, l’avvocato di Favara, Margherita Barraco, ha esposto la sua arringa, depositando anche una memoria difensiva con la quale chiedeva la derubricazione in preterintenzionale.

La Corte si è riunita per alcune ore e poi ha letto la sentenza che ha confermato la richiesta del pubblico ministero Stefania Tredici. Infatti il pm a conclusione della sua requisitoria Stefania Tredici aveva chiesto la condanna all’ergastolo per Ernesto Favara, il pescatore che la vigilia di Natale di due anni fa ha ucciso la moglie Maria Amatuzzo con 28 coltellate nel magazzino della loro casa a Marinella di Selinunte. Durante le  udienze è stato anche ascoltato lo psichiatra Gaetano Vivona, perito nominato dal Tribunale,  che ha ribadito come, al momento dell’omicidio, Favara fosse lucido e, quindi, capace di intendere e di volere. Le parti civili che si sono costituite nel processo: genitori, una sorella e uno zio della vittima, sono state assistite dall’avvocato Vito Daniele Cimiotta. In una udienza sono anche intervenute gli avvocati Roberta Anselmi e Marilena Messina per l’associazione Demetra e Casa di Venere, costituitesi parti civili. Lo scorso mese di maggio Ernesto Favara durante la sua deposizione ha raccontato che la moglie Maria Amatuzzo si sarebbe uccisa da sola. «Non sono stato io ad accoltellarla. Maria si è uccisa da sola colpendosi con il coltello davanti ai miei occhi durante una discussione che abbiamo avuto per le bambine. Io ho provato a toglierle il coltello dalle mani, per questo ci sono le mie impronte», ha detto Ernesto Favara davanti la Corte.  Ma l’accusa e i giudici della Corte assise non ha creduto a questa deposizione confermando  l’ergastolo, chiesto dal pubblico ministero.