Associazione Antiracket Alcamese, convegno al “Ferro”. Borrometi fa ascoltare la voce di Santino Di Matteo

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Centinaia di studenti del liceo classico Cielo e dello scientifico Ferro hanno ascoltato ieri in quasi religioso silenzio i racconti e le riflessioni dei protagonisti del convegno “Quelli che…combattono la mafia”, organizzato dall’associazione antiracket e antiusura di Alcamo presso l’auditorium dell’istituto di istruzione superiore Giuseppe Ferro.  Dopo i saluti del dirigente scolastico Giuseppe Allegro e del sindaco Domenico Surdi, i ragazzi sono rimasti coinvolti dalle parole del presidente dell’antiracket alcamese, Salvatore Di Leonardo, imprenditore edile che più di una volta ha denunciato il pizzo mandando in carcere diversi mafiosi. A distanza di anni la sua voce è ancora tremante dall’emozione e lui non finisce di dire che la paura c’è sempre. Al contempo però ha ribadito più volte che denuncerebbe una, due, dieci, altre cento volte soprattutto “per rendere liberi i nostri ragazzi  un sistema, quello di Cosa Nostra, che soffoca tutto”.

Rocco Lo Pane, tenente colonnello della Guardia di Finanza, e attuale direttore della DIA di Trapani, è quindi riuscito a fare entrare gli studenti in quello che è la mafia attraverso la lettura di alcune sentenze di omicidi spesso cruenti, che hanno anche riguardato il territorio del trapanese e alcamesi condannati per mafia. Tremendo il racconto dei fatti contenuto nella sentenza di condanna degli autori dell’omicidio del piccolo Di Matteo, il ragazzino, figlio del pentito Santino, rapito, segregato per due anni, poi strangolato e disciolto nell’acido.

Occhi lucidi e cuore in gola nel sentire i fatti, ma ancora di più quando l’altro relatore, il giornalista Paolo Borrometi che vive sotto scorta perché aggredito e minacciato dalla mafia, si è messo in collegamento telefonico con Santino Di Matteo, il padre della piccola vittima. “Ho pagato un prezzo altissimo e tuttora, ogni mattina, sento sempre mio figlio accanto a me, un figlio che amo con tutte le mie forze. Ho denunciato a suo tempo e, nonostante la tragedia che ho subito, lo rifarei. La mafia non porta alcun beneficio, non fa guadagnare nulla, ma soltanto morte e annullamento di sogni e libertà”.

Infine tante le domande degli studenti dei due licei alcamesi che hanno mostrato una grande preparazione toccando, nei loro interventi, i più disparati campi: i classici della letteratura, il cinema, la cronaca, le inchieste di Borrometi, la sociologia e tanto altro ancora. Un appuntamento, quello organizzato dall’Associazione Antiracket e Antiusura Alcamese che ha fatto davvero centro. La giornata alcamese del giornalista ragusano non si è però conclusa in mattinata. Alle 19,30, infatti, al centro congressi Marconi, la giunta municipale e il consiglio comunale hanno voluto conferire a Paolo Borrometi la cittadinanza onoraria proprio per le sue inchieste giornalistiche che hanno spesso contribuito a far luce sul malaffare.