‘Villa della Legalità’ a Borgetto, murales completati. Ora biblioteca e mostra di donne (VIDEO)

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La ‘Villa della Legalità’, il bene confiscato alla mafia in territorio di Borgetto e assegnato a Tele Jato, è divenuta realtà. I lavori sono stati quasi del tutto completati e presto prenderanno il via, al suo interno, numerose attività. Le vittime più illustri della mafia sono state dipinte lungo le mura perimetrali dell’edificio che sorge in contrada Sant’Annunziata di Borgetto, appartenuto a Gaetano Lunetto e che avrebbe ospitato la latitanza di Giovanni Brusca. I murales sono sati realizzati dal pittore di street-art Giulio Gebbia, in arte Giulio Rock. Nonostante le polemiche politiche sollevatesi attorno all’iter che ha portato Tele Jato a ricevere l’immobile e anche un contributo dalla Regione, il vulcanico Pino Maniaci e il suo staff sono riusciti a portare a termine il progetto. La villa, che versava in condizioni di assoluto degrado, è adesso un vero gioiello e le immagini raffigurate aprono mente e cuore verso la riflessione. La ‘Villa della Legalità’, che già ha ospitato e continua ad ospitare delegazioni provenienti da ogni dove, verrà adesso completata con un paio di passaggi molto importanti. Nel semi-interrato sarà allestita la biblioteca sociale antimafia dedicata all’agente di polizia Nino Agostino e alla moglie Ida Castelluccio uccisi da Cosa Nostra, nell’agosto del 1989, a Villagrazia di Carini. Inoltre un’artista di Campobello di Mazara, Margherita Pellegrino, sta per allestire una mostra di pannelli, all’interno della ‘Villa della Legalità’ gestita da Tele Jato, raffiguranti i volti delle donne uccise dalla mafia. Particolare un grande pannello in sughero sul quale saranno apposte ben 160 scatti di Polaroid che ritraggono le vittime femminili di Cosa Nostra. Biblioteca dedicata ad Agostino e mostra sulle donne sono due delle iniziative che, assieme a tante altre, terranno alta l’attenzione sulla lotta alla criminalità organizzata e sulla necessità di legalità. L’edificio, che sorge lungo la strada provinciale 1 che collega Partinico a Montelepre, era l’abitazione dell’imprenditore edile Gaetano Lunetto e gli venne sequestrata nel 2009 per poi arrivare alla confisca definitiva. Lì, dove molto probabilmente si era nascosto anche Giovanni Brusca, adesso nasce un luogo simbolo della legalità.