Riesame annulla divieto di dimora per Guarnotta, ex amministratore della Trapani servizi

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Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato il divieto di dimora nei comuni di Trapani ed Erice per l’ingegnere Carlo Guarnotta, ex amministratore unico della società Trapani servizi. Guarnotta era rimasto coinvolto nell’operazione dei carabinieri che ha anche riguardato un bando – ritenuto dagli inquirenti truccato – per favorire la sua nomina a direttore generale della società che di occupa della raccolta dei rifiuti in città. Il Tribunale del Riesame che si è riservato 45 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sua decisione.

«Sono soddisfatto – ha scritto Carlo Guarnotta – dell’esito positivo a mio favore da parte del Riesame, nel quale ho riposto la mia fiducia. Ringrazio i miei avvocati Giuseppe Adragna ed Orazio Rapisarda per il supporto. Sono fiducioso – conclude – nella giustizia e pronto a chiarire definitivamente la mia posizione». L’indagine avviata quasi 4 anni fa, dopo l’incendio che devastò parte dell’impianto di compostaggio della Trapani Servizi di contrada Belvedere. Nel corso di quelle indagini i carabinieri avrebbero accertato, che per favorire la nomina di Guarnotta a direttore generale dopo la sua decadenza dalla carica per l’insediamento del nuovo CdA, sarebbe stato predisposto un concorso truccato. Per aiutare Guarnotta, l’avviso per la selezione del direttore sarebbe stato fatto con un bando su misura.

Il Tribunale del Riesame ha annullato la misura cautelare nei confronti dello stesso Guarnotta. Ricordiamo che nei giorni scorsi il deputato regionale del PD ed ex assessore ai lavori pubblici al comune di Trapani, Dario Safina, coinvolto in questa indagine, è ritornato in libertà. Lo ha stabilito il tribunale del riesame di Palermo ha accolto infatti l’istanza di annullamento presentata dai legali del parlamentare, gli avvocati Debora Ciaramitaro, Salvatore Longo e Giuseppe Rando. Safina, avocato pure lui, era finito agli arresti domiciliari lo scorso 24 gennaio e poi all’obbligo di dimora nei comuni di Erice e Trapani, con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di notizie d’ufficio. Safina ha sempre ribadito la sua fiducia nella magistratura,