Non si rassegnava alla fine della relazione sentimentale. Molestie che si protraevano da mesi e mesi. Più volte nell’arco di una stessa giornata, poco importava che fosse mattina o notte fonda, componeva il numero e la tormentava, la pedinava incessantemente, costringendola ad uscire sempre accompagnata, con qualcuno al suo fianco per la paura di affrontare da sola qualche gesto inconsulto di cui sono piene le cronache. Sempre appostato nei pressi del luogo di lavoro o dell’abitazione della sua ex, fermamente deciso a non perdersi nessuna mossa. Insistentemente minacciata, in una circostanza l’uomo l’aveva persino picchiata, e più volte le aveva danneggiato l’auto. Una vera e propria ossessione ormai che costringeva la donna ad una vita impossibile: ormai si trovava costretta addirittura a chiudere le tende e spegnere le luci pur di non essere notata; un’ansia e un timore costanti di vederlo incombere all’improvviso. Ma il comportamento dell’uomo non è certamente passato inosservato neanche agli occhi degli inquirenti che, avviate le indagini hanno trovato vari riscontri all’ipotesi investigativa. È così che l’oppressore, ritenuto autore del reato di atti persecutori (cd. stalking) è stato colpito dal divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla su vittima; misura disposta dal Gip presso il Tribunale di Trapani Cavasino, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Morri, ed eseguita dal personale della Polizia di Stato in servizio presso la III Sezione della Squadra Mobile di Trapani, specializzato nell’azione di contrasto al fenomeno della cosiddetta “violenza di genere”, oggetto di recenti interventi normativi, che vede costantemente impegnato il personale di questa particolare sezione. La speranza è che il provvedimento sia sufficiente a far demordere l’aguzzino dalla sua fissazione e a far tornare la vittima ad un’esistenza normale.
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