Le indagini sulla morte di un umo di Borgetto di 54 anni, che decise di togliersi la vita mentre era ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Partinico, devono proseguire. Lo ha disposto il Gip di Palermo che ha accolto l’opposizione dei familiari contro l’archiviazione. Secondo il giudice l’inchiesta per il reato di istigazione o aiuto al suicidio sarebbe stata lacunosa. Da qui la disposizione di ulteriori accertamenti. Il tragico caso del borgettano non va quindi archiviato. Accolto in pieno l’opposizione presentata dai congiunti della vittima, assistiti da ‘Studio3A’ e dall’avvocato Vincenzo Di Giovanna di Sciacca contro la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Palermo.
Dovranno quindi riaprirsi e proseguire le indagini sulla morte, avvenuta il 12 settembre 2020, del cinquantaquattrenne che si era tolto la vita all’interno di una struttura, il reparto di Psichiatria dell’ospedale civico di Partinico, dove avrebbero dovuto sorvegliarlo a vista. Inoltre ha compiuto l’insano gesto utilizzando le stringhe delle scarpe che il personale gli aveva lasciato. L’uomo, che lavorava come guardia forestale e che soffriva di depressione anche per una serie di gravi problemi familiari, aveva già tentato altre volte di farla finita.
In ospedale, i medici che lo seguirono, avevano ben chiaro il quadro clinico e patologico del paziente, così come avrebbero dovuto averlo gli operatori del reparto. La notte del 12 settembre di due anni fa un infermiere, durante un giro di controllo dei pazienti, notò che il borgettano si era tolto la vita. A destare tante, troppe perplessità nelle sorelle della vittima non solo la mancata predisposizione di un servizio di vigilanza continuativa su un soggetto a così alto rischio, ma anche e soprattutto la mancata rimozione, in sede di ingresso del reparto di psichiatria, delle stringhe dalle sue scarpe. Di qui la loro decisione di andare a fondo per verificare eventuali responsabilità da parte dei sanitari nel decesso del fratello.
Le donne, attraverso il consulente legale Alessio Tarantino, si sono quindi rivolte a ‘Studio3A-Valore SpA’, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e il 15 settembre 2020 è stata presentata una denuncia querela presso la stazione dei carabinieri di Borgetto. Adesso il provvedimento del GIP contro l’archiviazione del caso: “L’attività di indagine svolta appare lacunosa – scrive il giudice – innanzitutto in relazione allo strumento utilizzato per compiere il fatale gesto: non è stato accertato come la vittima si sia procurato le stringhe, nemmeno se fossero le sue, e non è stato verificato se quelle in uso alla vittima siano state rimosse al momento dell’accesso al reparto di Psichiatria”.