Stragi di mafia, niente più accuse per Antonio Federico. Tutto archiviato

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Anche l’accusa di false informazioni al PM è decaduta ed è stata definitivamente archiviata. L’ex ispettore di polizia Antonio Federico, calabrese di origine ma da decenni alcamese d’adozione, non ha più alcuna pendenza giudiziaria con la procura della Repubblica di Caltanissetta. Tutta la vicenda, anche l’iniziale accusa di depistaggio, anche questa archiviata, ruotava attorno alle indagini volte a verificare la presenza di soggetti esterni a Cosa Nostra nella fase esecutiva delle stragi di Capaci e di via D’Amelio del 1992 e in quella per le stragi mafiose di Milano e di Firenze. Misteri anche sul ritrovamento e sui percorsi poi fatti da quella foto della di Rosa Belotti, la bionda che sarebbe stata protagonista nelle stragi d’oltre Stretto. Adesso per Antonio Federico tutto archiviato dal GIP del tribunale di Caltanissetta, Raffaela Chirco. Questa mattina gli avvocati Vito Galbo e Maurizio Miceli, difensori del poliziotto oggi in pensione, ha parlato in una nota di “fine del calvario giudiziario di un servitore dello Stato per cui è stato emanato decreto di archiviazione, prosciogliendolo dall’accusa di depistaggio aggravato delle indagini”.

“Il decreto, nel fare proprie le ragioni del pubblico ministero contenute nella richiesta di archiviazione, – hanno aggiunto i legali – riconosce come il Federico nonostante abbia tenuto riserbo per tanto tempo per ragioni comprensibili, legata anche alla tutela dell’incolumità propria e dei propri cari e alla custodia delle proprie fonti, rivelandole soltanto innanzi alla Procura di Firenze, a distanza di anni”. “Soltanto dopo le dichiarazioni rese agli inquirenti fiorentini, infatti, è stato iscritto un procedimento penale con questa accusa decisamente infamante, dissoltasi dopo aver rinnovato la propria disponibilità ad essere interrogato e chiarire i contorni di questo incandescente patrimonio conoscitivo – ha continuato l’avvocato Vito Galbo – a seguito di un interrogatorio fiume di oltre cinque ore nella sede della Direzione Nazionale Antimafia, alla presenza dei procuratori di Firenze e di Caltanissetta”. “Adesso Antonio Federico – hanno concluso Galbo e Miceli con soddisfazione – è un uomo libero tanto da censure penali quanto dal peso di alcuni segreti su vicende così rilevanti della parte più tragica della storia nazionale”.