A 43anni dalla strage di Ustica, dove persero la vita 81 persone il 27 giugno del 1980, una recente intervista dell’ex premier Giuliano Amato, rilasciata a Repubblica, ha riportato al centro del dibattito un mistero italiano mai risolto. Amato ha infatti riaperto la pista sul missile francese che colpì l’aereo. “Ho solo rimesso sul tavolo una ipotesi già accreditata, ha detto l’ex premier- La versione più credibile – ha detto Amato – è quella della responsabilità dell’Aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno”.
“Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica – ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli– aprono, dopo quarant’anni scenari veramente inquietanti che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall’inizio cercarono di ricostruire la verità dell’accaduto e le relative responsabilità. Tra questi mi pare doveroso ricordare Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala. In quel ruolo, il dottor Borsellino portò avanti, con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi. Basti ricordare la vicenda sul radar di Marsala, come ricostruito meritevolmente dal compianto giornalista Andrea Purgatori”.
“Per tali ragioni, condividerò – annuncia il vicepresidente del CSM – con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell’inchiesta, nonché il compendio documentale delle iniziative portate avanti dal dottor Borsellino all’epoca. Tutto ciò, non solo per dare memoria ancora una volta dello straordinario contributo nell’interesse dello Stato da parte di Paolo Borsellino, ma anche per un dovere di carattere morale nei confronti dei familiari delle vittime, di vedere finalmente riconosciuto il diritto alla ricostruzione – per quanto possibile – della verità storica della tragedia di Ustica” – ha concluso Pinelli.
Fu infatti Paolo Borsellino ad aprire un’indagine su ciò che era accaduto sull’aerovia. Borsellino fece interrogare i militari in servizio a Marsala la sera della strage. Ma non riuscì a trovare elementi conducenti. L’inchiesta di Borsellino finì così per aggiungere un altro mistero ai tanti depistaggi con cui si è confrontato il giudice Rosario Priore. Intanto dopo l’intervista di Giuliano Amato, il giudice Giovanni Salvi, che indagò sulla strage di Ustica tra il 1990 e il 2002 , ha detto che l’ipotesi del missile francese, rilanciata dall’ex premier Giuliano Amato, non ha mai trovato riscontri certi.