Si ferma nel ‘marsalese’ la vendemmia, giornata di stop e di protesta

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Un giorno di stop della vendemmia a settembre, probabilmente, non si era mai visto. Eppure oggi i vignaioli del territorio di Marsala e Petrosino hanno incrociato le braccia e per darsi appuntamento lungo le vie e le piazze di Marsala. Al centro della manifestazione la necessità di richiedere  un aiuto al governo nazionale e a quello regionale. L’ondata di caldo del mese di luglio e la susseguente peronospora hanno mandato in fumo più di metà del raccolto, intorno al 65%, causando danni enormi ai viticoltori di un territorio tra più vitati d’Europa. A fronte dei danni provocati da eventi climatici sempre più estremi, infatti, lo stanziamento del governo per aiutare il territorio è di un milione di euro: una cifra che per gli agricoltori non è sufficiente a coprire il disastro.

Il governo Schifani ha comunque spiegato che si tratta di un primo e immediato intervento. “Abbiamo danni per 100 milioni di euro ma dal governo regionale o da quello nazionale non abbiamo avuto alcuna risposta. Ci sono molte parti dei nostri campi dove non abbiamo raccolto nulla: zero assoluto. Con un milione possiamo comprare le caramelle”, lo ha detto un giovane agricoltore al Fattoquotidiano. Tra i motivi che hanno reso ancora più grave il danno causato dal clima c’è appunto la peronospora, il fungo che attacca le viti e che prolifera a causa degli sbalzi di temperatura. Primale abbondanti piogge e poi a luglio le temperature che hanno superato per parecchi giorni i 40 gradi con percentuali di umidità elevatissime, hanno dato il colpo di grazia alle viti. 25 sindaci, 15 presidenti di cantine sociali, 8 sindacati e tre deputati regionali (Cristina Ciminnisi del M5s, Nicola Catania di Fdi, e Dario Safina del Pd), hanno scritto una lettera a Renato Schifani, presidente della Regione, a Luca Sammartino, assessore all’Agricoltura e al prefetto di Trapani, Filippina Cocuzza, chiedendo un intervento urgente. Del problema aveva parlato anche il vescovo di Mazara del Vallo Angelo Giurdanella – “Ho nei miei occhi i volti preoccupati dei contadini, che ho incontrato visitando le comunità ecclesiali, per le frequenti piogge nel mese di maggio e giugno, e per la forte umidità, che aveva fatto proliferare la peronospora, che colpisce la vite nelle parti più tenere e verdi”.