Era stato arrestato nel 2019 perché ritenuto organico a Cosa Nostra. Le accuse a suo carico vennero poi alleggerite e la sua posizione venne trasformata da imprenditore organico al sodalizio mafioso a imprenditore a disposizione dell’organizzazione mafiosa. Adesso, per l’imprenditore di Paceco, Mario Letizia, 52 anni, arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Scrigno’ messa a segno dai carabinieri nel 2019, è arrivato un sequestro di beni per un ammontare di 200.000 euro. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, costituisce l’epilogo di una serie di approfonditi accertamenti economico-finanziari effettuati dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo trapanese che hanno consentito di ricondurre all’imprenditore pacecoto un patrimonio ascrivibile ai traffici illeciti da lui stesso gestiti, direttamente ed indirettamente, negli ultimi anni.
In particolare le indagini a carico del destinatario, già condannato a 8 anni e quattro al termine del processo abbreviato ‘Scrigno’, hanno palesato come lo stesso imprenditore avesse offerto a Cosa Nostra numerosi e significativi contributi finalizzati a promuovere e garantire gli interessi economici delle famiglie mafiose di Trapani e di Marsala sull’isola minore di Favignana. L’attività di Letizia si era manifestata nel facilitare l’infiltrazione mafiosa nel settore economico dei lavori edili anche tramite la diretta costituzione di imprese in cui la componente di avviamento altro non rifletteva che il proprio rapporto privilegiato con i capi famiglia mafiosi, da cui derivava pure un riconosciuto ruolo di intermediazione con i referenti di Cosa Nostra all’epoca dei fatti attivi a Favignana.
Mario Letizia, coinvolto nella mxi-operazione antimafia Scrigno che aveva portato anche all’arresto dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, venne poi condannato, come già detto, per concorso in associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori. La Sezione Misure di Prevenzione di Trapani ha potuto delimitare al triennio 2016-2019 la pericolosità sociale dell’imprenditore edile pacecoto, presupposto essenziale per l’applicazione della misura di prevenzione e quindi del sequestro di beni. Complessivamente le Fiamme Gialle trapanesi hanno sequestrato un appartamento in Contrada Milo alle porte di Trapani, un compendio aziendale sito in centro a Marsala e rapporti bancari di varia natura, per un valore complessivo pari a circa 200.000,00 euro.