Segesta, scoperta strada lastricata utilizzata fino al medioevo. Visite a scavi aperti

0
78

La strada lastricata che tagliava l’antica Segesta è ritornata alla luce. Nel corso degli scavi condotti dall’Università di Ginevra all’interno del parco archeologico sono stati infatti scoperti diversi lastroni dell’antica strada che fu utilizzata fino al periodo medievale.

Un ritrovamento eccezionale che permetterà di riscrivere l’ampiezza dell’abitato di età ellenistica, in attività sino all’epoca medievale, come evidenziano importanti e bellissimi frammenti di ceramica. Gli archeologici sperano comunque in altro perché dagli scavi si intuisce che la strada possa proseguire ben oltre e condurre ad un’agorà.

Attorno e sopra, si è accumulato terriccio, facilmente asportabile. Sul posto stanno lavorando, a supporto di tecnici ed esperti, anche i giovani richiedenti asilo del centro Casa Belvedere di Marsala, che ha stretto un accordo di archeologia solidale con il Parco di Segesta e l’Università di Ginevra. La scoperta è stata fatta nell’area della cosiddetta Casa del Navarca, nell’Acropoli sud dell’insediamento, in un sito dove si svolsero prime indagini nel 1992; scavo che poi venne ricoperto.

Nel 2021 si è ripreso a lavorare ed è venuta alla luce un’importante pavimentazione unica nel suo genere, una sorta di antico gioco illusorio a tessere romboidali a tre colori. Ma anche due mensole in pietra a forma di prua e una scritta di benvenuto: sono stati questi ritrovamenti a far finora ipotizzare agli archeologi che proprio questa fosse l’abitazione del navarca Eraclio, ricchissimo armatore citato da Cicerone.

La casa doveva essere una specie di sito di avvistamento – come dimostra una torre medievale che insiste sull’atrio – visto che da lì lo sguardo arriva fino all’odierna Castellammare. Un’ipotesi di cui gli archeologi, la direttrice dello scavo Alessia Mistretta ed Emanuele Canzonieri, non sono convinti. Della Casa del Navarca non si accontentano, perché il loro intento è quello soprattutto di comprenderne la funzione.

Gli archeologi sarebbero orientati verso un archivio in cui venivano conservati documenti, rotte, mappe sul porto che Segesta possedeva. Lo scavo va quindi avanti e si attende di vedere a cosa porterà.

Presto saranno possibili visite guidate a cantiere aperto; già dal prossimo 25 aprile che da quest’anno sarà una giornata a ingresso gratuito nei siti della cultura. Il 22 aprile, invece, parte l’iniziativa “Segesta incontra le culture. I simboli del sacro”, progetto di valorizzazione che si focalizza sul periodo normanno quando si insediò in Sicilia una comunità a forte prevalenza islamica.